La basilica di San Simeone Stilita (in arabo كنيسة مار سمعان العمودي?) è parte di un antico convento cristiano, con annesso chiostro, costruito nella località di Qalʿat Simʿān (in arabo قلعة سمعان?, "la Rocca di Simeone") situata nel nord della Siria di oggi, circa 30 chilometri a nord-ovest della città di Aleppo. La basilica di San Simeone Stilita è patrimonio dell'umanità dell'UNESCO dal 2011 all'interno del progetto degli Antichi villaggi della Siria settentrionale.
È sorto nel luogo in cui Simeone Stilita il Vecchio, il primo asceta cristiano, visse e morì nel 459. È la più eloquente testimonianza del prestigio monastico bizantino, caratterizzato da un enorme complesso, costruito, tra il 476 ed il 491, per iniziativa dell'imperatore Zenone, quale centro di pellegrinaggio, con l'intento di smorzare il conflitto che opponeva, in quegli anni la chiesa di Costantinopoli all'eresia monofisita locale, che esprimeva il malessere dei cristiani di Siria contro il potere centrale. Sulla collina dove vi era la colonna, alta più di 13 metri, su cui aveva vissuto il santo[1], fu eretta una costruzione a pianta ottagonale, dalla quale, in direzione dei quattro punti cardinali, livellati artificialmente con l'aggiunta di un terrazzamento sul lato ovest, furono costruite quattro basiliche, in modo da formare un complesso a forma di croce.
Motivo presente nei muri della basilicaCentro di pellegrinaggio e conventoGià ai tempi di Simeone molti cristiani cercavano l'asceta per ricevere consigli e aiuto.
La colonna su cui Simeone visse per 37 anni continuò ad essere meta di pellegrinaggio anche dopo la sua morte. L'imperatore Zenone favorì il pellegrinaggio ai luoghi di Simeone costruendo, come già detto, la chiesa, che divenne un grandioso centro di culto. A sud della basilica est, vicino alla chiesa venne costruito successivamente un convento di grandi dimensioni, che si collegava alla chiesa con un chiostro.
A sud, prima dell'ingresso alla chiesa, prima tappa per i conversi che ancora non avevano accesso alla chiesa, venne costruito il complesso del battistero, che comprendeva, oltre al battistero vero e proprio, una piccola cappella e tre edifici porticati destinati ad accogliere i pellegrini.
Dopo che gli arabi avevano conquistato Aleppo, nel 637, la chiesa di san Simeone si trovò in una zona di confine tra l'impero bizantino e il califfato degli Omayyadi prima e degli Abbasidi dopo, per cui, tra il IX e il X secolo, il santuario venne fortificato (da cui il nome Qal'at Sama'an), per reggere la pressione araba. La definitiva conquista musulmana avvenne, nel 1164, da parte dell'Atabeg (governatore) selgiuchide di Aleppo, Norandino (Nur al-Din Zangi), della dinastia degli Zengidi.
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