Zamek Królewski na Wawelu

( Castello del Wawel )

Il Castello del Wawel o di Wawel (in polacco Zàmek na Wawelu), è un castello rinascimentale situato a Cracovia, in Polonia.

Le origini

Il Colle del Wawel, a 25 m dalla Vistola, era già fortificato in epoca protostorica[1].

Le prime fortificazione più importanti risalgono all'VIII secolo, quando fu costruito il primo nucleo del castello dalla potente famiglia dei Piast, Duchi di Cracovia e di Polonia. Dal IX secolo iniziarono a risiedere nel castello[1], da dove governavano la Polonia. In seguito, dopo la distruzione dell’antico centro del potere polacco di Gniezno, Cracovia assunse ancora più importanza. Intorno all'anno 1000 la città ebbe un nuovo impulso. Con Miecislao I, sembra già verso il 984, venne fondata la prima diocesi latina di Cracovia e venne eretta la piccola chiesa di Santa Maria Egiziaca, che divenne cattedrale[2]. Con Boleslao il Coraggioso, i Piast divennero re di Polonia e a cavallo tra l'XI e il XII secolo iniziarono la costruzione di un vero "Palatium"[1] nell'angolo nord-orientale della collina e diverse fortificazioni. Infatti gli scavi archeologici effettuati all'interno del castello hanno rivelato l'esistenza di un gran numero di edifici in muratura, anche residenziali, già a partire dall'XI secolo, fra i quali una stanza su 24 pilastri a uso residenziale, che corrisponde al Palatium romanico, e una torre difensiva quadrangolare.

Nel XII secolo Ladislao Ermanno di Polonia ricostruì la chiesetta con una prima, vera cattedrale[1].

Secondo la descrizione di Jan Długosz, il castello del Wawel e il quartiere di Okół, si difesero dall'assedio tartaro nel 1241[3] [4]

La rinascita del Wawel

Quando, nel 1320, Ladislao I fu incoronato re di Polonia, il Wawel divenne il simbolo incontrastato del potere monarchico nazionale. Fu il suo successore, Casimiro III il Grande, a definire le forme definitive dei due grandi monumenti del Wawel: la Cattedrale e il Castello Reale[1]. Ampliò notevolmente il vecchio palatium per trasformarlo in residenza reale e accogliervi l'apparato statale. Il complesso venne affidato nella costruzione a Wacław di Tenczyn, che lo realizzò in stile gotico ispirandosi ad altri palazzi reali del continente europeo. Era allora costituito da un'ala a due piani con porticati affacciati sul cortile (destinato agli appartamenti reali), la torre angolare, completamente rinnovata, la cappella di Santa Maria egiziaca, e altri edifici dislocati in modo sparso, creando al centro un cortile chiuso irregolare. Gli interni, in stile gotico, presentavano le pareti totalmente dipinte da pittori russi portati da Przemyśl.

Intorno al 1390, con Ladislao II Jagellone, si rafforzarono tutte le mura che cingono il colle[1].

Il Castello rinascimentale  Il Wawel nel XVI secolo.

Una svolta decisiva nella storia non solo del castello, ma di Cracovia stessa si ebbe nel 1499 con il grande incendio che colpì il Wawel. Nel Cinquecento re Alessandro Jagellone dovette ricostruire il castello medievale, e approfittò dell'occasione per trasformarlo in una sontuosa residenza rinascimentale. A questo scopo, nel 1502, chiamò dall'Ungheria l'architetto fiorentino Francesco della Lora che nel 1504 iniziò la ricostruzione e l'aggiunta dell'ala occidentale. Per ampliarla venne demolita la cappella di Maria Egiziaca[5]. Ai lavori hanno preso parte muratori e lapidari (scalpellini), tra cui: Jan di Kosice, Ugolino dall'Italia, Kacper Simon da Sabinów, Jan Włoch.

Nel 1506 re Alessandro morì e l'iniziativa di espandersi ulteriormente, ma su scala molto più ampia, fu presa dal nuovo sovrano, Sigismondo I il Vecchio. Nel 1507 fu completata l'ala occidentale detta Palazzo di Alessandro[5] e poi, su iniziativa del re, iniziarono i lavori per la costruzione dell'ala settentrionale, durati dal 1507 al 1515. L'antica residenza di Boleslao il Coraggioso, chiamata Palazzo Bianco, fu parzialmente demolita. Questi lavori furono finanziati dai banchieri di Cracovia Jan e Seweryn Boner[6]. Dopo il matrimonio di Sigismondo I con Bona Sforza, venne costruita, fra il 1520 e il 1529, l'ala orientale, ma i lavori di rifinitura interna durarono fino al 1535. Con la morte di Francesco Fiorentino, nel 1516, i lavori furono diretti da Bartolomeo Berrecci, che, come fu impegnato nella costruzione della cappella di Sigismondo nella cattedrale fino al 1526, affidò il cantiere a Benedykt di Sandomierz. Nel 1530 la costruzione venne rilevata dal Berrecci, che completò la realizzazione dei portici dell'ala orientale.

La residenza fu completata nel 1536, ma nello stesso anno subì un incendio, a seguito del quale furono distrutte l'ala orientale e la cortina muraria meridionale[5]. La ricostruzione iniziò nel 1537 sotto la supervisione di Bartolomeo Berrecci, ma dopo la sua morte nello stesso anno, la costruzione fu diretta da Nicola Castiglione fino al 1545 e negli anni 1545–1549 da Matteo l'Italiano. Ben presto magnati e nobili iniziarono a costruire edifici simili, seguendo l'esempio del castello.

Il Seicento  Re Sigismondo III Vasa in un ritratto del 1590 del pittore svedese Martin Köber 

Nel 1595 un incendio distrusse i tetti e parte degli ambienti più alti dell'ala nord e una parte minore del piano superiore dell'ala est. Nello stesso anno, per ordine del re Sigismondo III Vasa, iniziarono i lavori di ristrutturazione che furono portati avanti fino al 1603 con la partecipazione di artisti prevalentemente italiani. I lavori furono diretti da Giovanni Battista Trevano, che collaborò, tra gli altri, con Ambrogio Meazzi e Giovanni Battista Petrini. Alcuni degli interni furono ricostruiti in stile barocco romano con soffitti manieristi, stucchi e affreschi di Tommaso Dolabella.

Quando il re di Polonia appena incoronato Sigismondo III Vasa spostò a capitale del regno da Cracovia a Varsavia, il Wawel perse la sua importanza, ma la cattedrale del Wawel, da sempre dedicata a Santa Maria rimase il fulcro del potere religioso del Paese. Fino al Novecento, infatti, qui furono incoronati e sepolti tutti i re della Polonia.

Il Seicento fu, inoltre, un secolo di grande crisi per il Paese. La Polonia non aveva confini sicuri e ben protetti e il Wawel era una delle poche grandi fortificazioni ancora rimaste. Il Regno era ormai diretto verso lo sfacelo. Le mura furono messe a dura prova dagli svedesi, quando, nel 1655, riuscirono a conquistare gran parte della Polonia, scendendo fino a Cracovia assediando per lungo tempo la città.

Nel 1649 scoppiò un incendio nella torre Sigismondo III e ne distrusse il tetto. Le condizioni della residenza peggiorarono durante il Diluvio svedese, quando, dopo una settimana di difesa, il castello fu occupato dalle truppe svedesi nel 1655–57, derubandolo completamente e danneggiandolo in modo significativo[5]. Il restauro venne intrapreso dal re Giovanni III Sobieski fra il 1689 e il 1692. Tuttavia la più grande distruzione del castello avvenne durante la Grande guerra del Nord, quando nel 1702 i soldati svedesi accesero un fuoco in una delle camere, provocando un incendio nel castello che durò una settimana[5]. Distrusse i tetti e gran parte delle stanze dell'ala nord fino al piano terra e gran parte dell'ala est fino allo scalone del Parlamento.

Il Settecento  Il complesso del Castello e della Cattedrale visto dalla Vistola.

Gli inizi del Settecento furono un periodo relativamente tranquillo per Cracovia e la Polonia. Lasciato incustodito, il castello cadde in rovina. Nel 1705 il vescovo di Cracovia, Konstanty Felicjan Szaniawski fece costruire nuovi tetti temporanei e iniziò la sistemazione degli interni. Negli anni 1726–1730 iniziarono i lavori di ristrutturazione secondo il progetto dell'architetto Kacper Bażanka, e altri furono eseguiti prima dell'incoronazione di Augusto III del gennaio 1734.

Dalla seconda metà del secolo, però, iniziarono le lotte per la spartizione del Paese. Durante la Confederazione di Bar, il castello fu devastato durante l'assedio russo del 1772. In quell'anno l'Impero russo ottenne la parte nord-est del paese e, fra il 1785 e il 1796, anche la Prussia e l'Austria ottennero la loro parte, finché la Polonia non scomparve dalle carte geografiche. Dopo questi eventi fu eseguita solo una ristrutturazione parziale del castello da Stanislao II Augusto Poniatowski nel 1787 secondo i progetti dell'architetto reale Domenico Merlini, a cui si deve tre stanze al primo piano.

Nel 1793 durante l'Insurrezione di Kościuszko, dopo una breve difesa, il castello fu occupato dalle truppe prussiane, che poi saccheggiarono tutti i beni mobili del castello, e nel 1795 fecero irruzione nella tesoreria e rubarono le insegne reali polacche, che furono poi fuse in monete a Berlino[5]. Il Wawel fu trasformato in una caserma militare dagli austriaci e le stanze reali furono adibite a dormitori per soldati.

Il Novecento e la conquista nazista

Dopo la prima guerra mondiale, in Polonia, ci fu un periodo di forti carestie. Nonostante ciò, il comune di Cracovia, sotto la direzione del sindaco Nikola Zyblikięwicz iniziò un processo di ristrutturazione del Wawel. Con la presa del potere da parte di Adolf Hitler, nel 1936, iniziò per la Polonia l'ennesimo periodo di crisi. Durante la seconda guerra mondiale il paese fu occupato dai nazisti, che resero il castello del Wawel la residenza dei generali e dei comandanti dell'esercito, nonché di Hans Frank, governatore nazista della Polonia. Il castello fu nuovamente modificato, adattandolo ai gusti di Frank. Le pareti furono imbiancate e i lavori di restauro che erano stati incominciati da Zyblikięwicz furono annullati.

Dagli anni '60 ad oggi

Dopo la Seconda guerra mondiale, ripresero i lavori di restauro ad opera dei volontari e degli operatori comunali. Nel 1960 iniziò il ritrovamento degli oggetti d'arte trafugati dai nazisti, fra cui la Szczerbiec, la spada simbolo del potere reale polacco, ritrovata in Alberta, in Canada, e numerosi dipinti e arazzi cinquecenteschi, ritrovati fra la Danimarca e le isole Fær Øer. Negli anni '70 fu realizzata la prima collezione nel castello, che venne aperto al pubblico pochi anni dopo. Oggi il Wawel rappresenta la maggiore attrazione turistica di Cracovia.[2]

^ a b c d e f "Polonia", Guida TCI, 1992 ^ a b Guida storica del Castello del Wawel di Cracovia, su tourdicracovia.it. URL consultato il 28 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 29 ottobre 2018). ^ (PL) Witold Świętosławski: "Archeologiczne ślady najazdów tatarskich na Europę Środkową w XIII w.", Łódź, 1997, p. 19. ^ (PL) Stefan Krakowski: "Polska w walce z najazdami tatarskimi w XIII wieku", Varsavia, 1956, p. 138. ^ a b c d e f (PL) Kamil Janicki: "Wawel.Biografia", Ed. Wydawnictwo, 2022, pp. 248-278, ISBN 978-83-08-07695-8 ^ (PL) Jan Rutkowski: "Skarbowość polska za Aleksandra Jagiellończyka", trimestrale storico, 2009, vol.23
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