Cross of Alcoraz

La Croce di Alcoraz è il nome dato a uno stemma araldico e bandiera composta dalla Croce di San Giorgio, o croce di rosso su Argent, con testa di Maure, o di Moro, in ogni trimestre. La prima prova documentata di queste armi si trova in un raro decreto sigillato a piombo della cancelleria di Pietro III d'Aragona, intorno al 1281, molto probabilmente usato come stemma personale del re, alludendo allo spirito delle Crociate e al suo omonimo ancestrale, Pietro I d'Aragona. Le armi compaiono anche nel terzo quarto dell'attuale stemma d'Aragona.

Secondo fonti del XIV secolo, la "Croce di Alcoraz" ha avuto origine tradizionalmente con la battaglia di Alcoraz, (nel 1096), come scudo da battaglia di re Pietro, ispirato al leggendario intervento miracoloso di San Giorgio nella reconquista di Huesca.< /p>

La prima rappresentazione della croce, quella del sigillo della cancelleria del 1281, mostra quattro teste di mori con la barba ma senza fasce (o bende).

Per tutto il medioevo fino al 20° secolo, sia le varianti aragonesi che internazionali, (es. bandiera della Sardegna), hanno invertito l'orientamento delle teste di moro, le hanno fatte fronteggiare simmetricamente, oppure le hanno raffigurate come le teste di re saraceni con corone aperte.

Questo stemma araldico fu direttamente attribuito al Regno d'Aragona dalla metà del XV secolo, e fu adottato anche come stendardo regio del Regno di Sardegna dalla seconda metà del XV secolo, quando il l'isola era un territorio della Corona d'Aragona. Nella bandiera sarda le teste dei mori erano bendate. Nella moderna bandiera della Sardegna le teste sono rivolte a destra e le "bende" si sono evolute fino a diventare cerchietti.

Rafael Conde, in "Il sigillo di piombo dei re d'Aragona e la croce «di Alcoraz», pub. Emblemata , XI (2005), p. 77, sottolinea che l'adozione della cosiddetta "Croce di Alcoraz" da parte della Sardegna risale molto probabilmente alla bandiera della fine del XV secolo da parte di Luisa D'Arienzo, ne "Lo stemma dei "Quattro morti" e della Sardegna", in Annali della Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Cagliari, IX (1983), pp. 253-1 292, e "Lo scout dei quattro mori", in I Catalani in Sardegna, a cura di di Jordi Carbonell e Francesco Manconi, Barcellona, u200bu200bu200bu200b1984, pp. 199-2

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