Gdańsk

( Danzica )

Danzica (AFI: /ˈdanʦika/; in polacco Gdańsk , [ˈɡdaɲsk]; in casciubo Gduńsk; in tedesco Danzig; in yiddisch: (nord) דאנציג Dantzig, (sud) דאנצק Dantzk) è un comune urbano (gmina miejska) della Polonia di 471 525 abitanti, capoluogo del voivodato della Pomerania.

Posta alla confluenza del fiume Motława con la Vistola, è la sesta città più grande della Polonia, la più grande città portuale e balneare della Polonia e la più grande città della Polonia settentrionale. Danzica fa parte dell'agglomerato urbano formato dalle città di Gdynia, Sopot e altre città suburbane, che insieme formano un'area metropolitana chiamata Tripla Città (Trójmiasto), con una popolazione di circa 750.000 abitanti. <...Leggi tutto

Danzica (AFI: /ˈdanʦika/; in polacco Gdańsk , [ˈɡdaɲsk]; in casciubo Gduńsk; in tedesco Danzig; in yiddisch: (nord) דאנציג Dantzig, (sud) דאנצק Dantzk) è un comune urbano (gmina miejska) della Polonia di 471 525 abitanti, capoluogo del voivodato della Pomerania.

Posta alla confluenza del fiume Motława con la Vistola, è la sesta città più grande della Polonia, la più grande città portuale e balneare della Polonia e la più grande città della Polonia settentrionale. Danzica fa parte dell'agglomerato urbano formato dalle città di Gdynia, Sopot e altre città suburbane, che insieme formano un'area metropolitana chiamata Tripla Città (Trójmiasto), con una popolazione di circa 750.000 abitanti.

Danzica vanta una storia millenaria: fu infatti una delle più importanti città della Lega anseatica, fino agli inizi del XVIII secolo era la città più grande della Polonia, sperimentò un'ampia autonomia come città-stato per ben due volte, ma soprattutto è ricordata come il luogo simbolo dello scoppio della seconda guerra mondiale. Danzica è inoltre il luogo di nascita del movimento Solidarność, che, sotto la guida dell'attivista politico Lech Wałęsa, ha svolto un ruolo importante nel porre fine al regime comunista polacco e in tutta l'Europa centrale.

  Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Danzica.
 Scavi archeologici dei resti preromanici a Danzica
(FR)

«Dantzig est la clé de tout!»

(IT)

«Danzica è la chiave di tutto!»

Età antica

L'area dell'attuale città di Danzica, era già stata popolata fin dall'età della Pietra, già Tacito e Giordane riferiscono di popolazioni insediate in questa zona. Dai recenti scavi archeologici sono emerse alcune costruzioni preromaniche del VII secolo. Inoltre lungo tutta la costa nella Pomerania Orientale, sono state ritrovate simili costruzioni risalenti al X secolo.

Età medievale  Swantipolk II il Grande, duca di Pomerelia (1228)

I Casciubi arrivarono nell'area assieme ad altre popolazioni slave dopo il 600. Nel 979 la Pomerania fu conquistata dal principe polacco Miecislao I, che fondò un castello presso l'attuale Danzica, ma il 997 è considerata la data convenzionale di fondazione della città: in quell'anno Sant'Adalberto da Praga giunse al Castello di Danzica (Gyddanyzc), invitato da Boleslao I, successore di Miecislao I, che mirava ad assicurarsi il controllo della regione, per predicare il cristianesimo tra le popolazioni baltiche dei Prussiani. Nel XII secolo, Danzica fu la capitale di un'intera dinastia dei duchi di Pomerelia.

Venne ufficialmente riconosciuta come città nel 1224 e battezzata con il nome: Gdańsk (Danzica), crebbe fino a diventare uno dei porti più importanti per il commercio e la pesca, lungo la costa del Mar Baltico.

Dopo la morte dell'ultimo duca di Pomerelia, nel 1294 passò sotto il controllo del sovrano polacco. All'inizio del XIV secolo, la regione venne trascinata in una guerra che coinvolgeva Polonia e Brandeburgo, quando la casata degli Ascanidi decise di fare valere i propri diritti feudali su Pomerania e Pomerelia, diritti concessi loro dall'imperatore Federico II nel 1231 e confermati nel 1295. Durante il corso della guerra, Danzica venne assediata (novembre 1308) e le truppe del Brandeburgo furono sconfitte col contributo determinante dei Cavalieri Teutonici, chiamati in aiuto da Ladislao I per riprendere la città. Tuttavia l'Ordine Teutonico non restituì la città al sovrano polacco perché questi non aveva pagato il compenso pattuito e, per assicurarsi il legittimo controllo della città e della Pomerelia, il 13 settembre 1309 col trattato di Soldin acquistò dal Margravio Valdemaro di Brandeburgo i diritti sul territorio per 10.000 marchi. Fu allora che la città viene citata per la prima volta col suo nome tedesco Danzig. L'Ordine teutonico dovette accettare il fatto che Danzica difendesse la sua autonomia e fosse il più grande porto della regione. In seguito la città prosperò, beneficiando dei traffici lungo la Vistola e nel 1361 divenne un membro a tutti gli effetti della Lega Anseatica.

Il possesso di Danzica da parte dell'Ordine teutonico venne contestato per tutto il tempo dai re polacchi, il che portò a una serie di sanguinose guerre e azioni legali alla corte papale nel 1320 e 1333. Nel 1343 venne siglato il trattato di Kalisz, con cui i re polacchi rinunciavano a Danzica ed alla Pomerelia in cambio di altre concessioni, anche se i re polacchi continuarono ad usare il titolo di Duca di Pomerelia.

Età moderna  Illustrazione di Danzica nel 1573 Commercio a Danzica nel XVII secolo

Nel 1440, Danzica si unì alle città anseatiche di Elbląg e Toruń per formare la Confederazione Prussiana, appoggiata da Casimiro IV di Polonia nella sua ribellione del febbraio 1454, contro il governo dell'Ordine teutonico. La risultante "Guerra delle Città" o Guerra dei tredici anni finì con la sconfitta dell'Ordine e la sua resa alla corona polacca (secondo trattato di Toruń), nell'ottobre 1466), cui passarono i diritti su Danzica, Pomerania e il resto dell'area, successivamente conosciuta come Prussia Reale o "Polacca".

Il XV e XVI secolo portarono cambiamenti all'eredità culturale della città. Questi cambiamenti si possono vedere nelle arti, nel linguaggio e nei contributi al mondo scientifico. Nel 1566, il linguaggio ufficiale delle istituzioni di governo della città venne cambiato dal basso tedesco usato nelle città anseatiche all'alto tedesco. La città lottò per restare un membro indipendente della Lega anseatica, durante tutto il XVI secolo, contro una serie di pressioni.

 Osservatorio astronomico di Johannes Hevelius

Dal XIV secolo fino alla metà del XVII secolo, Danzica sperimentò una crescita rapida, divenendo la più grande città sulla costa del Mar Baltico nel XVI secolo e la più grande città della Polonia. Essendo la più grande e una delle città più influenti della Polonia, ha goduto dei diritti di voto durante il periodo delle elezioni reali in Polonia (come una delle dieci più importanti città polacche, come Cracovia, Varsavia, Poznań, Toruń e Leopoli). A causa dello status speciale della città e del significato all'interno della Confederazione polacco-lituana, gli abitanti della città divennero largamente bi-culturali condividendo la cultura polacca e tedesca e furono fortemente legati alle tradizioni della Confederazione polacco-lituana.[1] Nel 1611 nacque a Danzica l'astronomo polacco Johannes Hevelius. Intorno al 1640, Johannes Hevelius fondò il suo osservatorio astronomico a Danzica. Il re polacco Giovanni III Sobieski visitò Hevelius numerose volte.

 Pianta della città nel 1740

La prospettiva della città venne comunque gravemente danneggiata dalla guerra dei trent'anni (1618-1648) e dalla Seconda guerra del nord (1655-1660). Essa inoltre fu colpita da un'epidemia di peste bubbonica nel 1709. Danzica era la città più grande della Polonia fino all'inizio del XVIII secolo, prima della rapida crescita di Varsavia, la capitale della Polonia.

Verso la fine del XVIII secolo, con la spartizione della Polonia del 1772, gli abitanti di Danzica di lingua tedesca combatterono fieramente per restare indipendenti, mentre la maggioranza della Pomerania polacca ricadde sotto il Regno di Prussia. Danzica fu circondata da territori prussiani fino al 1793, data in cui venne incorporata nel Regno, come parte della provincia della Prussia Occidentale. Dalla prima spartizione della Polonia, la città perse la sua funzione di principale porto per le esportazioni polacche attraverso il Baltico, e smise di essere il principale porto della regione, vivendo così un prolungato declino economico e demografico.

 Entrata di Napoleone a Danzica nel 1807Età contemporanea

Un tentativo di rivolta studentesca contro la Prussia guidato da Gottfried Benjamin Bartholdi fu presto annientato dalle autorità prussiane nel 1797.[2][3]

Dal 19 marzo al 24 maggio 1807 subì un duro assedio da parte dell'esercito napoleonico. Il 9 settembre 1807 Napoleone proclamò la Repubblica di Danzica come stato di fatto dipendente dall'impero napoleonico. Questo territorio, sottratto al controllo del Regno di Prussia, consisteva nella città di Danzica compresi i territori rurali alla foce della Vistola e la penisola di Hel. Dal tardo gennaio al 29 novembre del 1813 l'esercito imperiale russo assediò la città di Danzica, e le forze francesi occupanti capitolarono il 2 gennaio 1814. In seguito al Congresso di Vienna del 1815 la città venne restituita alla Prussia.

Anche se Danzica era parte del Regno di Prussia, non faceva parte della Confederazione Tedesca (Deutscher Bund) del 1815-1866. Dopo lo scioglimento della Confederazione la città venne incorporata, insieme al resto della Prussia, nella Confederazione Tedesca del Nord nel 1867. Nel 1871 divenne parte dell'Impero tedesco.

 La gru portuale di Danzica nel 1850

In seguito alla sconfitta tedesca nella prima guerra mondiale le potenze alleate, nel Trattato di Versailles del 1919, decisero di creare la Città Libera di Danzica (governata da un commissario nominato dalla Società delle Nazioni) che comprendeva la città, il porto, e un piccolo territorio circostante. Lo scopo di questa decisione era di permettere ai polacchi di usare Danzica come loro porto principale, e al tempo stesso di non subordinare la popolazione tedesca della città al governo diretto della Polonia.

In seguito venne creata dalle potenze alleate un'unione doganale con la Polonia, la quale annesse il porto Westerplatte di Danzica, come deposito militare. Con grande risentimento degli abitanti di Danzica, i polacchi, usando considerevoli investimenti stranieri, iniziarono a costruire un grande porto militare a Gdynia (precedentemente Gdingen), a soli 25 km da Danzica. Dopo la prima guerra mondiale si ebbe un massiccio afflusso di polacchi nell'area. Prima della guerra, Gdynia era stata una piccola frazione di pescatori con circa 1.000 abitanti. Con l'acquisizione polacca Gdynia, vent'anni dopo, contava oltre 100.000 abitanti polacchi. La città beneficiò marginalmente della forte economia della fine degli anni venti, in quanto le relazioni con la Polonia furono tese. La costruzione del porto nel villaggio di Gdynia, il controllo militare polacco del Westerplatte, dove stazionava una guarnigione militare, la delegazione del servizio postale alla Posta Polacca e l'imposizione del dazio doganale, crearono un grande risentimento nella popolazione. Il desiderio generale degli abitanti, nella quasi totalità di lingua tedesca (95,03% secondo il censimento del 1923), era per una eventuale riunione alla Germania, e le elezioni nella città, generalmente diedero la vittoria agli elementi nazionalisti. Questo culminò nell'elezione di un governo del Partito Nazista nelle elezioni del maggio 1933, poco dopo l'ascesa al potere in Germania di Adolf Hitler. Con l'ascesa nazista, a Danzica si stava costruendo una società totalitaria che portò a restringimenti verso le minoranze presenti in città. In particolare ai polacchi e agli ebrei, che divennero i principali obiettivi di quotidiani atti di violenza e di persecuzione.

Seconda guerra mondiale  Westerplatte, monumento ai caduti polacchi durante la difesa delle coste nel settembre del 1939

Nell'ottobre del 1938 la Germania sollecitò la cessione della Città Libera di Danzica. La Polonia rifiutò di cedere alla minaccia e fu appoggiata nella sua presa di posizione dai governi di Francia e Regno Unito. Il 1º settembre del 1939, le truppe tedesche invasero la Polonia, dando l'inizio alla seconda guerra mondiale proprio nel porto della città: alle ore 4.45 del 1º settembre 1939 la cannonata sparata dalla vecchia corazzata Schleswig-Holstein, in una finta visita nella Città Libera di Danzica, dette il segnale d'inizio delle ostilità. La penisola fortificata di Westerplatte avrebbe dovuto resistere solo 12 ore in attesa dei rinforzi polacchi.

I rinforzi non vennero mai inviati e la fortezza resistette per ben una settimana, con un bilancio di 15 morti polacchi a fronte di circa 400 morti tedeschi. Il comandante tedesco restituì la spada al comandante polacco per aver sostenuto una lotta coraggiosa. Contemporaneamente alla battaglia della Westerplatte il regime nazista fece uccidere i postini polacchi che difendevano l'Ufficio Postale Polacco: questo fu uno dei primi crimini di guerra della seconda guerra mondiale. Il 2 settembre la Germania annetté la Città Libera di Danzica, sebbene solo il 17 settembre l'occupazione divenne completa. Nell'ottobre 1939 Danzica, insieme al resto della Pomerania orientale polacca, divenne il Reichsgau (distretto amministrativo) di Danzica-Prussia Occidentale (Danzig-Westpreußen). La florida comunità ebraica gedanese venne spazzata via[4].

I polacchi e i tedeschi dissidenti vennero inviati nei campi di concentramento, principalmente nella vicina Stutthof, dove perirono 65 000 abitanti locali. Circa 60 000 membri dell'intellighentsia casciuba e polacca vennero uccisi in massa a Piaśnica. All'inizio del 1945 la Germania iniziò a evacuare i civili tedeschi da Danzica. Gran parte della popolazione tedesca lasciò la città.

Nei primi anni di guerra la città non subì danni eccessivi, in quanto alcune incursioni aeree alleate non causarono ingenti perdite. Il 30 marzo 1945 Danzica venne conquistata dall'Armata Rossa e dall'esercito polacco. Già durante il bombardamento della città molti importanti monumenti erano stati danneggiati o distrutti, e i combattimenti strada per strada portarono alla distruzione di ulteriori edifici. Dopo la cessazione della resistenza tedesca i soldati sovietici ebbero mano libera in città. Danzica venne saccheggiata e gli edifici rimasti in piedi furono incendiati. Alla fine dell'aprile del 1945 la città risultava devastata da numerosi incendi.

 Cantieri navali di Danzica durante lo sciopero nell'agosto 1980Repubblica Popolare Polacca

Ancor prima della fine della seconda guerra mondiale, la Conferenza di Jalta aveva deciso di cedere Danzica, sotto un'amministrazione polacca de facto, decisione che venne confermata dalla Conferenza di Potsdam. Un trattato tra la Polonia e la Repubblica Democratica Tedesca, nel 1950, fece ritornare Danzica e altre zone alla Polonia. La Germania Ovest non riconobbe i nuovi confini fino al 1970; nel 1990 gli stessi confini vennero poi riaffermati da un trattato fra Polonia e Germania unita.

I cittadini tedeschi che tornarono in città e o che vi erano rimasti, vennero riconosciuti come nemici della Repubblica Popolare Polacca. Gran parte di essi dovette affrontare un comitato speciale di verifica che giudicava il loro comportamento durante la guerra. Le persone di origine tedesca venivano represse e dovevano ottenere permessi speciali per l'emigrazione. Nell'intero processo, la maggior parte degli ex-cittadini tedeschi di Danzica si trasferirono nella Repubblica Federale Tedesca.

Nuovi residenti polacchi vennero insediati a Danzica da altre parti della Polonia e dalle zone che vennero annesse all'Unione Sovietica dopo la seconda guerra mondiale. Anche molti Casciubi della zona, si insediarono nella città di Danzica. La città mutava quindi da una in cui il tedesco era, in seguito alle conquiste, la lingua principale, in una in cui la maggioranza delle persone parlava polacco.

Gli artigiani polacchi ripristinarono molta parte della vecchia architettura della città, il 90% della quale era stata distrutta nella guerra, ma rimossero quasi tutte le scritte in tedesco.

Epoca moderna: da Solidarność a oggi

Danzica fu la scena delle dimostrazioni anti-governative che portarono alla caduta del leader comunista polacco Władysław Gomułka nel dicembre 1970, e dieci anni dopo fu il luogo di nascita di Solidarność, il movimento sindacale la cui opposizione al governo, pose fine al regime del partito comunista nel 1989 e portò all'elezione a Presidente della Polonia il suo leader Lech Wałęsa.

Danzica rimane tutt'oggi un importante porto, città turistica e industriale.

Il 13 gennaio 2019 il sindaco di Danzica Paweł Adamowicz, 53 anni, sul palco durante un evento benefico, è stato assassinato da un uomo appena uscito di prigione, dove aveva scontato cinque anni per aver commesso varie rapine in banca. Il killer l'ha accoltellato all'addome provocandogli gravi ferite che ne hanno causato la morte il giorno successivo.[5]

Onorificenze
Premio Principessa delle Asturie per la concordia (Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria 
Premio Principessa delle Asturie per la concordia (Spagna)
«(ES) Símbolo histórico y actual de la lucha arriesgada por las libertades cívicas en un punto crucial donde el espíritu de Europa consigue renacer una y otra vez frente a la intolerancia o la opresión»
— Oviedo, 13 giugno 2019[6]
^ Andrzej Chwalba, Historia Polski 1795–1815, Cracovia 2000, p. 441 ^ Czesław Biernat, Dzieje Gdańska Edmund Cieślak, Wydawn. Morskie, 1969, p. 370 ^ Jerzy Borowiec, Halina Niemiec, Dzieje Polski w datach, p. 161 ^ Gabriele Catania, I fantasmi di Danzica e i massacri in Medio Oriente, su Gli Stati Generali, 28 novembre 2023. URL consultato il 13 gennaio 2024. ^ Il sindaco di Danzica è stato ucciso, su ilpost.it, 14 gennaio 2019. URL consultato il 19 marzo 2021. ^ (ES) Ciudad de Gdansk - Premio Princesa de Asturias de la Concordia 2019, su fpa.es, Fondazione Principe delle Asturie, 13 giugno 2019. URL consultato il 30 giugno 2019.
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