Rovinj
( Rovigno )Rovigno (in croato Rovinj; in istrioto Ruvèigno o Ruveîgno; in tedesco Ruwein; in veneto Rovigno; in greco antico Ῥυγίνιον, Ryghìnion) è una città croata di 14 367 abitanti dell'Istria sud-occidentale.
Il centro ha origini pre-romane. Assunse importanza sotto il dominio romano solo nei primi secoli d.C. quando il suo nome era Arupinum o Mons Rubineus e successivamente anche Ruginium e Ruvinium, da cui poi si è giunti al nome attuale. Fu per secoli città, fra le più importanti d'Istria, appartenente alla Serenissima Repubblica di Venezia (L'eredità veneziana è palpabile ovunque nella città: dalle sue strette vie acciottolate, chiamate "carrugi", ai palazzi gotici e rinascimentali, fino alla maestosa Chiesa di Sant'Eufemia, patrona della città, che con la sua torre campanaria domina il paesaggio urbano)[1]. Dopo la caduta di quest'ultima e la parentesi napoleonica, passò nelle mani dell'Impero austro-ungarico, a cui rimase sino la fine della prima guerra mondiale.[2]
Appartenne all'Italia fino al Trattato di Parigi del 1947, data in cui fu ceduta alla Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia. Tale fatto, come nel resto dell'Istria, causò l'esodo della maggioranza della popolazione italiana autoctona.
Nonostante questo dato storico la presenza italiana sia dal punto di vista culturale che dal punto di vista demografico è rimasta impregnata nella vita di questa e di altre città confinanti, tanto che è possibile ancora oggi a distanza di parecchi decenni ascoltare canzoni popolari in dialetto italiano, notare la toponomastica dei luoghi, quasi completamente di derivazione italiana, leggere targhe commemorative ad illustri cittadini italiani legati alla città o all'Italia stessa.
Molti cittadini rovignesi italiani sono stati inoltre decorati di medaglia d'oro al valor civile dalla repubblica italiana durante le varie commemorazioni del Giorno del ricordo, che si svolgono puntualmente ogni 10 febbraio attraverso molteplici iniziative culturali e istituzionali in tutto il territorio italiano e non solo.
L'esodo dei cittadini rovignesi ha coinvolto non solo l'Italia, ma altri paesi come ad esempio l'Australia, gli Stati Uniti d'America, il Canada, nonché molti paesi orientali, dove alcuni rovignesi conservano ancora lo status di cittadini italiani.
In origine la penisola su cui sorge il centro cittadino era un'isola, separata dalla terraferma da un canale e cinta da una spessa muraglia e da torrioni: a ponente vi era la porta di san Damiano con il relativo torrione (ora la Torre dell'Orologio), a levante la porta di Valdibora con il suo torrione (divenuta nel XVIII secolo casa di proprietà della famiglia Bognolo) e nel mezzo il famoso Portone del Ponte, munito di ponte levatoio, sul quale campeggiava una lapide con la scritta Lo Reposso dei Deserti. Tale porta fu demolita ed il canale interrato nel 1763, per espandere l'antico abitato.
Vi ha sede il Centro di Ricerche Storiche di Rovigno[3], un'istituzione dell'Unione Italiana.
Storicamente gli abitanti di Rovigno hanno fatto parte della comunità linguistica italiana. Secondo l'ultimo censimento austriaco del 1911 il 97,8% della popolazione era di madrelingua italiana.[4]
Nel 1924 il comune di Rovigno assunse la denominazione di Rovigno d'Istria[5].
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