Basilica di Santa Maria della Salute

Santa Maria della Salute (o chiesa della Salute o semplicemente La Salute) è una basilica di Venezia eretta nell'area della Punta della Dogana, da dove risalta nel panorama del Bacino di San Marco e del Canal Grande. Progettata da Baldassare Longhena con attenzione ai modelli del Palladio, è una delle migliori espressioni dell'architettura barocca veneziana. La sua costruzione rappresenta un ex voto alla Madonna da parte dei veneziani per la liberazione dalla Peste che tra il 1630 e il 1631 decimò la popolazione, come era avvenuto in precedenza per la chiesa del Chiesa di San Lorenzo/san Lorenzo. Il culto divenne così radicato a Venezia che la Vergine Maria venne aggiunta all'elenco dei santi patroni della città di Venezia. Nel maggio del 1921 papa Benedetto XV l'ha elevata al rango di basilica inferiore.

La peste fu portata da un ambasciatore del duca di Mantova Carlo I Gonzaga Nevers, che venne internato nel Lazzaretto Vecchio, ma gli bastò entrare in contatto con un falegname per infettare la città, a partire da Campo San Lio[1].

Il 22 ottobre 1630 il voto del patriarca Giovanni Tiepolo: «voto solenne di erigere in questa Città e dedicar una Chiesa alla Vergine Santissima, intitolandola SANTA MARIA DELLA SALUTE, et ch'ogni anno nel giorno che questa Città sarà pubblicata libera dal presente male, Sua Serenità et li Successori Suoi anderanno solennemente col Senato a visitar la medesima Chiesa a perpetua memoria della Pubblica gratitudine di tanto beneficio»[2]. Il 26 ottobre in Piazza San Marco il Doge Nicolò Contarini, il clero e il popolo si riunirono a pregare. Quando la peste finì erano morti 80.000 veneziani, e 600.000 nel territorio della Serenissima[3]. Fra i morti, il doge e il patriarca.

 Veduta della Basilica, con la grandiosa cupola, mentre in basso a destra si vede la Punta della Dogana.

Per fare spazio alla nuova chiesa si scelse di demolire un soppresso complesso religioso (la Chiesa della Santissima Trinità con convento e scuola) adiacente alla Punta da Màr, la dogana di Venezia. Per poter erigere in quel posto la Basilica fu necessario un gran numero[4] di pali conficcati nel terreno ed una vasta bonifica del suolo. Già il 28 novembre 1631 si svolse il primo pellegrinaggio di ringraziamento.

La costruzione fu affidata dopo un concorso a Baldassare Longhena, che aveva progettato una chiesa «in forma di corona per esser dedicata a essa Vergine», e venne finita quando il patriarca Alvise Sagredo il 9 novembre 1687 la benedisse.

Ogni anno il 21 novembre, giorno della Presentazione della Beata Vergine Maria, si festeggia la festa della Madonna della Salute in cui i veneziani attraversano un ponte, per secoli fatto di barche, ora galleggiante fissato su pali, che va da San Marco alla basilica e vi si recano a pregare. Insieme alla Festa del Redentore, è ancora oggi una delle feste popolari più amate e partecipate dai veneziani. In tale occasione, tradizionalmente, i veneziani consumano la "castradina", un piatto a base di montone.

Basilica della Salute dal Canal Grande. 
Basilica della Salute dal Canal Grande.
Veduta della mole della Basilica da Piazza San Marco. 
Veduta della mole della Basilica da Piazza San Marco.
Il ponte della Salute (2008). 
Il ponte della Salute (2008).
Basilica della Salute dal Canal Grande.
^ Storia della festa, su ombra.net. URL consultato il 5 giugno 2021 (archiviato dall'url originale il 23 marzo 2015). ^ Andrew Hopkins, Baldassare Longhena: 1597-1682, Electa, 2006, p. 168. ^ Giustina Renier Michiel, Origine delle feste Veneziane, Venezia, Gaetano Longo, 1852, p. 69. ^ Una fonte (citata in Norbert Huse, Venedig. Von der Kunst eine Stadt im Wasser zu bauen, Verlag C.H. Beck, ISBN 3-406-52746-9) afferma che ne occorsero ben 1.156.650. La quantità dei pali indicata è assolutamente esagerata; viene espressa da Giustiniano Martinioni nel 1663 nelle sue aggiunte alle pubblicazioni del Sansovino, senza indicarne la fonte. Infatti nal 1631 il Longhena per il consolidamento del terreno previde la superficie di 522 passi quadri cioè di 1576  con indicata la lunghezza il diametro e l'essenza dei tolpi (pali). Dunque ipotizzando un diametro dei pali di 25 cm, non è possibile infiggere più di 16 pali per metro quadrato, cioè una quantità ben diversa da quella indicata dal Martinioni. Anche estendendo la superficie a tutto la scoperta si ritiene adeguata la stima di circa 100.000 pali utilizzati. In uno studio del 2008 da parte di Antonio Lazzarini (Palificate di fondazione a Venezia. La chiesa della Salute, «Archivio veneto», s. V, CXXXIX (2008), 206, pp. 33-60), si fa luce sulla questione, mostrando l'errore di calcolo effettuato e confermando l'esagerazione del numero.
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