Contesto di Bangkok

Bangkok (in thailandese: บางกอก?), in thai ufficialmente denominata Krung Thep Maha Nakhon o Krung Thep (in thailandese: กรุงเทพมหานคร?, กรุงเทพฯ; ), è la capitale e la città più estesa e popolosa della Thailandia, situata lungo il fiume Chao Phraya, nei pressi del golfo della Thailandia. Secondo il censimento del 2020 gli abitanti erano 10,539 milioni, il 15,3% della popolazione del paese, mentre erano oltre 14 milioni (22,2%) quelli che vivevano nella regione metropolitana nel 2010, che comprende anche le province circostanti. Tra le città più popolose e trafficate del mondo, nonché una delle destinazioni preferite del turismo mondiale, a partire dalla seconda metà del XX secolo ha conosciuto un rapidissimo sviluppo industriale, rappresentando una delle città economicamente più potenti del sud-est asiatico. L'econom...Leggi tutto

Bangkok (in thailandese: บางกอก?), in thai ufficialmente denominata Krung Thep Maha Nakhon o Krung Thep (in thailandese: กรุงเทพมหานคร?, กรุงเทพฯ; ), è la capitale e la città più estesa e popolosa della Thailandia, situata lungo il fiume Chao Phraya, nei pressi del golfo della Thailandia. Secondo il censimento del 2020 gli abitanti erano 10,539 milioni, il 15,3% della popolazione del paese, mentre erano oltre 14 milioni (22,2%) quelli che vivevano nella regione metropolitana nel 2010, che comprende anche le province circostanti. Tra le città più popolose e trafficate del mondo, nonché una delle destinazioni preferite del turismo mondiale, a partire dalla seconda metà del XX secolo ha conosciuto un rapidissimo sviluppo industriale, rappresentando una delle città economicamente più potenti del sud-est asiatico. L'economia di Bangkok si è classificata come la sesta tra le città asiatiche in termini di PIL pro capite, dopo Singapore, Hong Kong, Tokyo, Osaka–Kobe e Seoul a partire dal 2010, rendendola una delle città più importanti in Asia.

Di più Bangkok

Population, Area & Driving side
  • Popolazione 5676648
  • La zona 1568
Cronologia
  • Nome cerimoniale

    Il nome cerimoniale della città in thailandese è กรุงเทพมหานคร อมรรัตนโกสินทร์ มหินทรายุธยามหาดิลกภพ นพรัตน์ราชธานี บุรีรมย์อุดมราชนิเวศน์มหาสถาน อมรพิมานอวตารสถิต สักกะทัตติยะวิษณุกรรมประสิทธิ์ (RTGS: Krung Thep Mahanakhon Amon Rattanakosin Mahinthara Yuthaya Mahadilok Phop Noppharat Ratchathani Burirom Udomratchaniwet Mahastan Amon Phiman Awatan Sathit Sakkathattiya Witsanukam Prasit; Ascolta la pronuncia[?·info]). Il nome fu coniato, nel XVIII secolo, dal sovrano siamese Buddha Yodfa Chulaloke (Rama I, 1737-1809) e successivamente modificato da re Rama IV Mongkut (1804-1868). Il lungo nome (190 caratteri secondo la traslitterazione utilizzata) si compone di vocaboli in pāli e sanscrito, e, secondo i metodi di romanizzazione di questi due linguaggi, può essere traslitterato come: «Krung-dēvamahānagara amararatanakosindra mahindrayudhyā mahātilakabhava navaratanarājadhānī purīramya utamarājanivēsana mahāsthāna amaravimāna avatārasthitya shakrasdattiya vishnukarmaprasiddhi».

    La traduzione è la seguente: «Città degli angeli, la grande città, la città della gioia eterna, la città impenetrabile del dio Indra, la magnifica capitale del mondo dotata di gemme preziose, la città felice, che abbonda nel colossale Palazzo Reale, il quale è simile alla casa divina dove regnano gli dei reincarnati, una città benedetta da Indra e costruita per Vishnukam»[1]

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    Nome cerimoniale

    Il nome cerimoniale della città in thailandese è กรุงเทพมหานคร อมรรัตนโกสินทร์ มหินทรายุธยามหาดิลกภพ นพรัตน์ราชธานี บุรีรมย์อุดมราชนิเวศน์มหาสถาน อมรพิมานอวตารสถิต สักกะทัตติยะวิษณุกรรมประสิทธิ์ (RTGS: Krung Thep Mahanakhon Amon Rattanakosin Mahinthara Yuthaya Mahadilok Phop Noppharat Ratchathani Burirom Udomratchaniwet Mahastan Amon Phiman Awatan Sathit Sakkathattiya Witsanukam Prasit; Ascolta la pronuncia[?·info]). Il nome fu coniato, nel XVIII secolo, dal sovrano siamese Buddha Yodfa Chulaloke (Rama I, 1737-1809) e successivamente modificato da re Rama IV Mongkut (1804-1868). Il lungo nome (190 caratteri secondo la traslitterazione utilizzata) si compone di vocaboli in pāli e sanscrito, e, secondo i metodi di romanizzazione di questi due linguaggi, può essere traslitterato come: «Krung-dēvamahānagara amararatanakosindra mahindrayudhyā mahātilakabhava navaratanarājadhānī purīramya utamarājanivēsana mahāsthāna amaravimāna avatārasthitya shakrasdattiya vishnukarmaprasiddhi».

    La traduzione è la seguente: «Città degli angeli, la grande città, la città della gioia eterna, la città impenetrabile del dio Indra, la magnifica capitale del mondo dotata di gemme preziose, la città felice, che abbonda nel colossale Palazzo Reale, il quale è simile alla casa divina dove regnano gli dei reincarnati, una città benedetta da Indra e costruita per Vishnukam»[1]

    Bangkok era un piccolo villaggio portuale chiamato Bang Makok, in cui era stanziata una comunità di immigrati cinesi che commerciavano con la città di Ayutthaya, l'allora capitale del Siam. Questa fu rasa al suolo dai birmani nel 1767 e, nel giro di pochi mesi, il nuovo re Taksin cacciò gli invasori e stabilì la capitale a Thonburi, la cui vicinanza al mare era importante dal punto di vista strategico.[2] Thonburi si trovava sulla riva opposta del fiume Chao Phraya rispetto a Bang Makok e negli anni settanta del XX secolo sarebbe stata inglobata nel territorio di Bangkok.

    Il periodo Rattanakosin
      Lo stesso argomento in dettaglio: Regno di Rattanakosin e Isola di Rattanakosin.

    Nel 1782 il re Rama I portò la capitale del regno a Bang Makok, sulla sponda orientale del fiume di fronte a Thonburi. La comunità cinese fu fatta spostare in una vicina zona, che in seguito si sarebbe sviluppata attorno alla strada Yaowarat, formando la prosperosa chinatown della capitale.[3] Il sovrano fece costruire una serie di maestosi edifici, tra cui il Grande Palazzo Reale, e Bang Makok fu ribattezzato Rattanakosin, che significa "città del gioiello di Indra",[4] la divinità-guerriera di origine induista adottata anche dal buddhismo, particolarmente venerata in Thailandia.

    Nel complesso del palazzo reale fu eretto il Wat Phra Kaew, il complesso templare dove fu portato il Buddha di Smeraldo, la sacra statua che rappresenta il palladio della casa regnante e che era conservata nel Wat Arun di Thonburi dal 1779. Il re fece costruire un fossato a difesa della città creando l'isola di Rattanakosin, che è il nucleo attorno a cui si è sviluppata la capitale. Rama I diede a Bangkok anche un lunghissimo nome cerimoniale (vedi sezione specifica), che fu modificato dal re Rama IV e la cui abbreviazione, Krung Thep Maha Nakhon (letteralmente "capitale degli angeli", "grande città"), è l'attuale nome ufficiale. I thailandesi e i laosiani la chiamano semplicemente Khrung Thep, ma nel resto del mondo si è sempre continuato a chiamarla Bangkok, la contrazione del nome Bang Makok.

    Il Regno di Thonburi, nato sulle ceneri di quello di Ayutthaya, divenne così il Regno di Rattanakosin. Il primo edificio ad essere costruito fu il Lak Mueang, il santuario dove è tuttora custodita la divinità tutelare della città; fu inaugurato il 21 aprile 1782, che è considerata la data di fondazione di Bangkok.[5] Durante i regni di Rama I (1782-1809) e di Rama II (1809-1824), i principali lavori pubblici riguardarono l'abbellimento della città con nuovi templi e palazzi, e la realizzazione di nuovi canali. Le opere di canalizzazione sarebbero continuate fino al regno di Rama V (1868-1910),[6] contribuendo a bonificare il terreno paludoso su cui sorge la capitale e sviluppando le vie di comunicazione, che a quei tempi erano quasi esclusivamente idrovie.

    Il re Rama III (1824-1851) ingrandì il porto, adeguandolo all'esigenza siamese di espandere i traffici marittimi con l'estero. Inizialmente, la struttura divenne approdo in prevalenza di giunche cinesi, e Bangkok arrivò a competere con Singapore per quanto riguarda i traffici con la Cina. Verso la metà del XIX secolo, le nuove imponenti navi delle potenze occidentali soppiantarono le vecchie giunche cinesi ed il Siam, sentendosi minacciato, impose un regime protezionistico ai commerci e sbarrò l'accesso a Bangkok alle navi non autorizzate. Ben presto il re Rama IV (1851-1868) fu costretto a rivedere tale politica per arginare la crescente influenza europea e scongiurare il rischio della colonizzazione del Paese. Il Siam siglò con diversi Stati occidentali, in particolare col Regno Unito, importanti trattati che limitarono l'autonomia del Paese ma contribuirono ad arricchirlo con nuovi scambi commerciali. Fu lo stesso sovrano, convinto dell'importanza del progresso scientifico e tecnologico, a far costruire le prime vere strade di Bangkok.[6]

    Il sistema stradale cittadino fu ampliato da re Rama V, che proseguì sulle orme del padre Rama IV sulla strada del rinnovamento del Paese.[7] Fu Rama V a far costruire in città la Scuola di Formazione per il Servizio Civile, che durante il regno del figlio Rama VI sarebbe diventata il primo ateneo del Siam, l'Università Chulalongkorn.[8] Nel 1893 fu ultimata la prima ferrovia siamese, da Bangkok a Pak Nam (il vicino villaggio dove sfocia il fiume Chao Phraya), e in seguito fu dato il via alla costruzione dell'odierna stazione principale di Bangkok, la Hua Lamphong, completata durante il regno di Rama VI.[9] Nel corso di una visita in Italia, Rama V rimase affascinato dalla monumentale bellezza dell'allora capitale Torino e, a partire dalla fine dell'Ottocento, invitò in Siam diversi ingegneri, architetti ed artisti italiani, soprattutto piemontesi, per progettare e realizzare i più grandi palazzi, ponti e monumenti che trasformarono Bangkok. Tali iniziative furono portate avanti anche dal successore Rama VI (1910-1925).[10]

    La crisi economica innescata dalle spese eccessive volute da Rama VI e dalla crisi globale che seguì la grande depressione del 1929, costrinsero il re Rama VII (1925-1935) a tagliare le spese pubbliche, in particolare quelle militari, provocando crescente malumore nei vertici delle forze armate. Alcuni ufficiali di alto grado delle forze armate si unirono al progetto in favore della democrazia di alcuni studenti educati all'estero e portarono a compimento a Bangkok l'incruento colpo di Stato conosciuto come la rivoluzione siamese del 1932. Il sovrano fu costretto ad accettare le proposte dei ribelli ed ebbe inizio la monarchia costituzionale;[11] ebbe così fine il Regno di Rattanakosin, dopo l'evento lo Stato prese il nome Regno del Siam e nel 1939 Regno di Thailandia.

    Le dittature militari

    Gli iniziali ideali di democrazia portati avanti dai promotori della rivoluzione del 1932 vennero presto sopraffatti dalle ambizioni delle alte sfere militari, che diedero il via a una quasi ininterrotta serie di colpi di Stato e di dittature. Nel dopoguerra, dopo che il dittatore Phibun aveva trascinato il Paese nella seconda guerra mondiale a fianco dei giapponesi, vi fu un breve periodo di democrazia monopolizzato da Pridi Banomyong, uno degli studenti artefici della rivoluzione del 1932. Il colpo di Stato militare del 1947 restituì il potere a Phibun con l'avallo degli statunitensi, che scelsero la Thailandia come baluardo nella lotta al comunismo dilagante in Sud-est asiatico.[12] Quando ebbe inizio il suo declino, Phibun cercò di riprendere l'egemonia aprendo alla democrazia e, segretamente, alla Cina di Mao, prendendo le distanze dagli Stati Uniti e nel settembre 1957 vi fu il colpo di Stato organizzato dal generale Sarit Thanarat, che pose fine alla carriera di Phibun, costretto a rifugiarsi in esilio.[13]

    Durante la dittatura di Thanarat vi fu un ulteriore avvicinamento del Paese agli Stati Uniti nonché il ritorno della monarchia Chakri a una posizione di potere,[14] il re Bhumibol Adulyadej conseguì notevoli vantaggi, recuperando gran parte dei privilegi perduti dalla monarchia nel 1932. Thanarat promosse lo sviluppo economico del Paese in accordo con gli statunitensi e la sua dittatura esercitò sulle opposizioni una repressione senza precedenti.[15] Vi furono ingenti investimenti dall'estero; l'incremento demografico e l'urbanesimo ingrandirono enormemente in questo periodo la popolazione di Bangkok. Si venne a creare una consistente classe media ed ebbe grande sviluppo l'istruzione pubblica, con la formazione di una generazione di studenti aperti e informati sulla politica e sull'economia.

    Con lo scoppio della guerra del Vietnam, Thanarat fornì supporto militare e logistico agli americani, ai quali concesse l'uso delle basi aeree del nord-est per i bombardamenti del Vietnam. Alla sua morte, nel 1963, prese il potere il suo vice, il generale Thanom Kittikachorn, che ne continuò la politica filo-americana e anti-comunista. La durezza della repressione e la grave corruzione che caratterizzarono i suoi governi alimentarono il pubblico malcontento. La tensione crebbe e vennero organizzate imponenti dimostrazioni anti-governative. La rivolta studentesca a Bangkok del 1973 pose fine alla sua egemonia politica; al termine di tre giorni di scontri tra le forze dell'ordine e un numero enorme di dimostranti fu costretto dal re Rama IX a rassegnare le dimissioni e ad andare in esilio.[16] I successivi governi democraticamente eletti si alternarono fino al 6 ottobre 1976, quando il brutale massacro dell'Università Thammasat, compiuto dalla polizia e da gruppi paramilitari a Bangkok, favorì un colpo di Stato che riportò una dittatura militare al governo.[17] Una nuova sommossa popolare a Bangkok fu soffocata nel sangue anche nel cosiddetto maggio nero del 1992, quando furono uccisi diversi manifestanti che contestavano il governo del generale Suchinda Kraprayoon.[18]

    Storia contemporanea

    Negli anni settanta la piccola ma densamente popolata Provincia di Thonburi fu conglobata nell'area metropolitana di Bangkok. La superficie cittadina è passata dai 13 km² del 1900 ai 330 del 2000,[6] mentre l'area metropolitana misura oggi 1.568,7 km². L'incremento demografico nella capitale era stato graduale fin dai tempi della fondazione, ma si era fatto drammatico negli anni cinquanta e sessanta a causa della rapida industrializzazione e della centralizzazione delle attività di governo; le infrastrutture cittadine sono diventate insufficienti a soddisfare le esigenze dei nuovi arrivati. Anche a causa della mancanza di programmazione governativa, si sono progressivamente aggravati una serie di disagi che vanno dalla crisi abitativa, con diverse baraccopoli disseminate ovunque, alla congestione del traffico cittadino, dall'eccessivo accumulo di spazzatura (7.000 tonnellate al giorno) fino al deterioramento ambientale.[19]

    Il conflitto cominciato all'inizio del XXI secolo tra la vecchia oligarchia militare e gli emergenti gruppi finanziari, ha vissuto i suoi episodi più drammatici a Bangkok. La nomina a primo ministro nel 2001 del magnate dei media Thaksin Shinawatra ha creato una spaccatura nel Paese tra la fazione che rappresenta i militari, il ceto medio e i lavoratori di Bangkok e della Thailandia del Sud e quella in cui si riconoscono le classi meno abbienti che appoggiano i governi e le coalizioni vicine a Thaksin, le cui roccaforti sono nel nord e nel nord-est del Paese. Si sono quindi registrati i colpi di Stato militari incruenti del 2006 e 2014 contro i governi della famiglia Shinawatra, ma soprattutto la crescente ingerenza della magistratura nella politica in opposizione al populismo con cui Thaksin e i suoi alleati si sono garantiti i voti degli elettori. In questo periodo vi sono stati grandi scontri tra queste fazioni che hanno contribuito a incrinare l'unità nazionale, in particolare quelli verificatisi a Bangkok.[20][21]

    Stemma

    Lo stemma della città mostra il dio della folgore Indra che cavalca tra le nuvole Erawan, una creatura mitologica simile ad un elefante (rappresentata a volte con tre teste). Nella mano destra Indra impugna la vajra, la sua tradizionale arma da cui scaturisce la folgore. Lo stemma si ispira a un dipinto del principe Naris, un artista figlio del re Rama IV. La pianta simbolo di Bangkok è il ficus beniamino.

    ^ (EN) Bangkok History, su bangkok.go.th, Amministrazione metropolitana di Bangkok. URL consultato il 12 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 29 marzo 2017). ^ (EN) King Taksin's Military Accomplishments, su wangdermpalace.org, The Phra Racha Wang Derm Restoration Foundation, 2010. URL consultato il 4 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 25 dicembre 2013). ^ (EN) Guide to Bangkok's China Town, in tothailand.com (archiviato dall'url originale il 20 maggio 2013). ^ (EN) 2008 O'Neil, Maryvelma, Bangkok: A Cultural History, Oxford University Press, p. 6, ISBN 0-19-534252-6. URL consultato il 6 giugno 2013. ^ (TH) กรุงรัตนโกสินทร์, in BMA Data Center (archiviato dall'url originale il 19 dicembre 2014). ^ a b c (EN) History of Bangkok, in Lonely Planet. ^ (EN) Mongkut Biography, in biography.yourdictionary.com. ^ (EN) History of Chulalongkorn University, in chula.ac.th. ^ (EN) Chulalongkorn Biography, in biography.yourdictionary.com. ^ Tiziano Terzani, E Bangkok celebra Silpa il fiorentino, su archiviostorico.corriere.it, Corriere della Sera, 1992. URL consultato il 29 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016). ^ (EN) Stowe, Judith, Siam Becomes Thailand: A Story of Intrigue, C. Hurst & Co. Publishers, 1991, pp. 9-60, ISBN 1-85065-083-7. ^ (EN) Fineman, Daniel, A Special Relationship: The United States and Military Government in Thailand, 1947 - 1958, Honolulu, University of Hawaii Press, 1997, pp. 54-88, ISBN 0-8248-1818-0. URL consultato il 29 maggio 2013. ^ (EN) Baker, Christopher John e Pasuk Phongpaichit, A History of Thailand, New York, Cambridge University Press, 2005, p. 140-149, ISBN 978-0-521-81615-1. ^ (EN) Bečka, Jan, Embracing the “enemy”: some aspects of the mutual relations between the United States and Thailand under Fieldmarshal Phibunsongkhram, 1948–1957 (PDF), su stuter.fsv.cuni.cz. ^ (EN) Chaloemtiarana, Thak, Thailand: The Politics of Despotic Paternalism, SEAP Publications, 2007, ISBN 0-87727-742-7. URL consultato il 26 maggio 2014. ^ Handley, 2006, pp. 234-246. ^ (EN) Puey Ungpakorn, The Violence and The October 6, 1976 Coup: Intention & Brutality, su jfmxl.sdf.org. URL consultato l'11 novembre 2017 (archiviato dall'url originale l'11 agosto 2016). ^ (EN) Dan Waites, Black May - The Asian Financial Crisis, in CultureShock! Bangkok, Marshall Cavendish International Asia Pte Ltd, 2014, p. 30, ISBN 981-4516-93-7. ^ (EN) Bangkok's initiatives for sustainable development, su gef.or.jp. ^ (EN) Profile: Thaksin Shinawatra, su bbc.com. URL consultato il 7 luglio 2016. ^ (EN) Thailand's king signs constitution that cements junta's grip, su theguardian.com, 6 aprile 2017. URL consultato il 28 ottobre 2017.
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