Festa dei Gigli

La Festa dei Gigli è una festa popolare cattolica che si tiene ogni anno a Nola in occasione della festività patronale dedicata a San Paolino. Con questo evento i nolani ricordano il ritorno in città di Ponzio Meropio Paolino dalla prigionia ad opera dei barbari avvenuto nella prima metà del V secolo.

Nel 2013 è stata inclusa nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell'umanità nell'ambito della Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale dell'UNESCO insieme alla Macchina di Santa Rosa di Viterbo, alla Varia di Palmi e alla Discesa dei Candelieri di Sassari, riunite nella Rete delle grandi macchine a spalla italiane.

Papa Gregorio I racconta il sacrificio personale del vescovo Paolino che donò i suoi averi e se stesso ai Visigoti in cambio della liberazione dei nolani resi schiavi a seguito delle invasioni di Alarico I del 410.

Nato come Anicio Ponzio Meropio Paolino a Bordeaux il 355 d.c., visse a Barcellona con la sua sposa Therasia, dalla quale ebbe un figlio di nome Celso, morto dopo soli 8 giorni. La sua sposa Therasia, con la quale aveva vissuto una vita monastica su stile orientale, si uccise gettandosi da una rupe a Montjiuk. Successivamente, Paolino fu acclamato dal popolo catalano la sera di Natale in chiesa, e fu nominato sacerdote dal Vescovo di Barcelona.

Secondo la leggenda, quando nel 409 Alarico Re dei Goti distrusse gran parte di Nola, prese come ostaggi 21 cittadini, tra cui il figlio di una vedova. Venuto a conoscenza del fatto San Paolino che era vescovo di Nola per acclamazione popolare - diede se stesso in ostaggio per ottenere la liberazione del bimbo. Venne quindi condotto come prigioniero in Turchia o in Africa, e fu impiegato come giardiniere. Alarico, avendo saputo che era un vescovo, ed avendo timore per alcuni strani sogni fatti, decise di liberarlo. Al suo ritorno, avvenuto nel 411-412, i nolani gli tributarono grandi festeggiamenti che furono curati dalle corporazioni della città. Morì a Nola nel 431 d.c.

Secondo un'altra leggenda, liberato dalla prigionia nel 431, tornò al suo paese assieme ad altri nolani in schiavitù accompagnati da navi cariche di grano, sbarcando sulla spiaggia di Torre Annunziata; i nolani accolsero al vescovo nel suo rientro in città con dei fiori, dei Gigli per l'esattezza, e che lo abbiano scortato fino alla sede vescovile alla testa dei gonfaloni delle corporazioni delle arti e dei mestieri. In memoria di quell'avvenimento Nola ha tributato nei secoli la sua devozione a San Paolino portando in processione ceri addobbati posti prima su strutture rudimentali e poi su cataletti, divenuti infine 8 torri piramidali di legno più una barca che simboleggia il mezzo con cui San Paolino è tornato a Nola.

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