Piazza del Campo

Piazza del Campo (o più semplicemente il Campo) è la piazza principale della città di Siena. Unica per la sua particolare e originalissima forma a conchiglia, è rinomata in tutto il mondo per la sua bellezza e integrità architettonica, nonché per essere il luogo in cui due volte l'anno si svolge il Palio di Siena. Per un'antica convenzione, la piazza e il Palazzo Pubblico non appartengono ad alcuna contrada.

Lo spazio che sarebbe diventato la piazza attuale era, alle origini di Siena, un terreno bonificato per consentire il deflusso delle acque piovane, come testata semicircolare della valle di Montone, tra il colle Santa Maria e il crinale che va verso Porta Romana[1]. Il nucleo della città in formazione si trovava più in alto, nella zona di Castelvecchio e il futuro "Campo" era uno spazio per i mercati, appena laterale rispetto alle principali strade di comunicazione che passavano per la città e situato esattamente a un crocevia. Qui si incontrano ancora oggi le direttrici per Roma a sud-est, per il mare a sud-ovest e verso Firenze a nord.

La storia della piazza si intreccia fortemente con quella della costruzione del palazzo Comunale, o palazzo Pubblico, che vi si affaccia.

Prime notizie

Il primo documento che parla di sistemazione dello spazio del "Campo" è del 1169, in cui si parla di un Campus Sancti Pauli, e si riferisce a tutta la vallata comprendente sia l'attuale piazza che quella del Mercato, al giorno d'oggi retrostante al palazzo Comunale. In questa data, la comunità senese acquista il terreno che andava dalle attuali Logge della Mercanzia all'attuale piazza del Mercato.

La prima notizia di una suddivisione delle due piazze si ha nel 1193 e fa dedurre che nel frattempo fosse stato costruito almeno un muro divisorio, forse per arginare le acque piovane. A quell'epoca si parla di un "Campus Fori", il cui nome allude alle funzioni di mercato (di bestiame, pollame e del grano)[2]. Nel 1194, a ridosso del muro, vennero erette la Dogana delle gabelle e la Zecca, detta "Bolgano"[2].

Governo dei Ventiquattro

Fino al 1270, con il Governo dei Ventiquattro (1236-1270), lo spazio della futura piazza viene usato per fiere e mercati. Si trovava infatti in una zona particolarmente favorevole per l'incontro dei cittadini, come punto di sutura tra la Sena vetus, ovvero il nucleo romano (il terzo di Città), e i due sobborghi principali di Camollìa e di san Martino sorti lungo la via Francigena[1].

Se da una parte il Campo non era un vero "campo", dall'altra non venne progettato "a tavolino". Nonostante non avesse ancora assunto la forma che vediamo oggi, sembra esserci già un'intenzione di farne uno spazio sia per le feste pubbliche, in analogia a quello che il Duomo è per le feste religiose, sia per i mercati e i commerci in genere.

Negli statuti del 1262 si trovano alcuni primi provvedimenti per migliorare l'assetto della piazza, prescrivendo, tra l'altro, l'obbligo di aprirvi solo bifore o trifore (le finestre "a colonnelli", cioè con le colonnine), la proibizione di costruire terrazzi, il perfezionamento dei dodici accessi[2].

Governo dei Nove

Caduto questo governo degli aristocratici, con il Governo dei Nove (1287-1355) si cominciò a pensare a una sede "neutra" per il governo della città. Sul nucleo della Dogana e del Bolgano si iniziò a costruire un palazzo che fosse sintesi della razionalizzazione promossa dal governo e della sua autocelebrazione. Il Palazzo Comunale, destinato ad accogliere la residenza del podestà e gli uffici delle magistrature, fino ad allora sparse in sedi religiose o private, diede anche impulso a una consona sistemazione della piazza antistante[2]. Sul finire del Duecento si iniziano ad acquistare i fabbricati privati sul Campo e, all'inizio del Trecento, inizia la ristrutturazione e l'ampliamento degli edifici esistenti, in particolare il palazzo, la cappella e la Dogana. La costruzione della Torre del Mangia risale al 1325-1344 e nel 1333 si avvia la pavimentazione a mattoni della conca interna (completata l'anno successivo), mentre il selciato nella parte esterna risale al 1347-1348[2].

Nel 1334 Jacopo di Vanni Ugolini avviò i lavori di scavo per la vasca della fontana pubblica, completata nel 1346[2].

Formazione del perimetro

L'architetto Peruzzi aveva progettato di circondare la piazza con la costruzione di un porticato sovrapposto alle facciate medioevali. Perduto il disegno originale, il proposito di Peruzzi fu ripreso da Fabio Chigi, su disegno di Tommaso Pomarelli.[3] Durante gli anni in cui andarono delineandosi la fisionomia e la struttura di piazza del Campo, il governo di Siena emanò via via leggi al fine di uniformare facciate, spazi e fronti architettonici e di allineare il profilo e il perimetro dello spazio. Valga per tutti la demolizione della chiesa dei Santi Pietro e Paolo (posta tra gli attuali vicoli di San Pietro e di San Paolo), perché sporgente rispetto al perimetro che i palazzi circostanti stavano lentamente delimitando.

Ai primi del Quattrocento Jacopo della Quercia decorò la fonte Gaia, che nel XIX secolo venne spostata nel sito attuale. Interventi successivi riguardarono l'accorpamento di alcune facciate, la regolarizzazione, ampliamento o trasformazione di altre[2].

^ a b Touring. cit., p. 501. ^ a b c d e f g Touring. cit., p. 503. ^ Angela Marino, Abitare a Roma nel Seicento: I Chigi in Città, Gangemi Editore spa, p. 276, ISBN 9788849248630, OCLC 1011402441. URL consultato il 3 settembre 2019 (archiviato il 3 settembre 2019).
Fotografie di:
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