Il parco nazionale Olimpico (in inglese Olympic National Park) è un'area protetta a livello nazionale degli USA situata nei pressi della città di Seattle, ovvero nello stato di Washington e nel nord-ovest della nazione.

Vasta 3.733,8 km², tale zona tutelata è conosciuta per le sue foreste pluviali, i paesaggi montuosi e le aree costiere. Il parco, situato nella penisola Olimpica, comprende gran parte del massiccio dei monti omonimi alla sua denominazione: da un punto di vista geologico, l'inizio della formazione di tali cime, causata dalla collisione di alcune placche tettoniche, risale a soli circa venti milioni di anni fa. Il toponimo deriva dal monte Olympus, il punto più elevato della regione, così battezzato dal capitano John Meares il quale, nel 1788, lo avvistò durante una missione di esplorazione.

La presenza di esseri umani nell'area risale a più di 10.000 anni fa, epoca in cui i paleoamericani solevano recarvisi ...Leggi tutto

Il parco nazionale Olimpico (in inglese Olympic National Park) è un'area protetta a livello nazionale degli USA situata nei pressi della città di Seattle, ovvero nello stato di Washington e nel nord-ovest della nazione.

Vasta 3.733,8 km², tale zona tutelata è conosciuta per le sue foreste pluviali, i paesaggi montuosi e le aree costiere. Il parco, situato nella penisola Olimpica, comprende gran parte del massiccio dei monti omonimi alla sua denominazione: da un punto di vista geologico, l'inizio della formazione di tali cime, causata dalla collisione di alcune placche tettoniche, risale a soli circa venti milioni di anni fa. Il toponimo deriva dal monte Olympus, il punto più elevato della regione, così battezzato dal capitano John Meares il quale, nel 1788, lo avvistò durante una missione di esplorazione.

La presenza di esseri umani nell'area risale a più di 10.000 anni fa, epoca in cui i paleoamericani solevano recarvisi dandosi alla caccia e alla raccolta di frutta e bacche. Nel corso dei secoli, essi perfezionarono le loro tecniche e si specializzarono nella pesca e nell'agricoltura di sussistenza fino all'arrivo dei primi esploratori di origine europea. Mentre i coloni iniziarono a stabilirsi nella regione intorno alla metà del XIX secolo, le tribù amerindie locali, in seguito ai trattati firmati nel 1855, furono confinate nelle riserve.

Dalla sua creazione in data 29 giugno 1938, il National Park Service è responsabile della protezione delle sue risorse naturali e culturali, che attirano ogni anno più di tre milioni di visitatori. Nel 1976, il parco ha ottenuto dall'UNESCO l'ambito titolo di riserva della biosfera e, nel 1981, quello di patrimonio dell'umanità. Grazie alla presenza del vicino Santuario nazionale marino della costa olimpica (Olympic Coast National Marine Sanctuary), le specie vegetali attualmente possono godere di una protezione ancora maggiore.

Epoca antica  Membri della tribù dei Makah procedono allo scuoiamento di una balena (1910)

Circa 12.000 anni fa, l'ultima glaciazione si concluse nella regione. I ghiacciai si ritirarono sulle cime delle montagne e lasciarono libere le zone di bassa quota. All'inizio, la foresta non era ancora molto fitta, ma in queste terre vivevano bisonti, cervi, lupi e mastodonti. Fu a tale periodo che risalgono le prime tracce umane nella regione: si pensi ad un pezzo di punta di lancia conficcato nello scheletro di un mammut ritrovato dai paleontologi nel Novecento. Questo indica che i primi uomini erano cacciatori. Altri ritrovamenti, tra cui strumenti in pietra, indicano che poi si praticava anche la raccolta di frutti selvatici in tutta la penisola fino alle montagne.[1][2]

I cacciatori impiegarono a lungo le lance per la caccia: solo 2000 anni fa cominciarono ad essere utilizzati archi e frecce. 1000 anni fa migliorarono la qualità delle punte di quello che scoccavano cambiando radicalmente il loro modo di mangiare.[1] Le nuove armi, più sottili, permettevano di accedere a molteplici fonti di cibo, a cui si unì anche la pesca. Anche lo sfruttamento del legname cominciò con il tempo ad acquisire importanza nella vita delle tribù. Gli amerindi edificarono case lunghe utilizzando i tronchi dei cedri rossi della California: i resti più antichi, dispiegati su una lunghezza di 20 m, hanno circa 800 anni.[3] Con i tronchi si lavoravano altresì le canoe per la caccia in mare e per la realizzazione di rudimentali barili e depositi di stoccaggio. Le tribù si divisero in diversi villaggi sparsi per la regione.[1]

Lo stile di vita sopra esposto non aveva subito radicali mutamenti quando i primi europei arrivarono nella regione poco più di 200 anni fa. A quel tempo, l'area del parco appariva abitata da otto differenti comunità di nativi americani: gli Hoh, i Clallam di Jamestown, i Clallam di Elwha, i Clallam di Port Gamble, i Makah, i Quileute, i Quinault e gli Skokomish.[1][4] Gli europei, al loro arrivo nella regione, portarono con sé varie malattie contagiose, in primis il vaiolo, che colpì molti amerindi non immuni ad esse. Poiché gli europei iniziarono a cacciare e a pescare in zona, ben presto la convivenza con i nativi americani si fece difficile ed ebbe un impatto significativo sulla vita degli autoctoni, i quali cominciarono ad adoperare sistemi di scrittura.[1]

Quando gli europei iniziarono a stabilirsi nella regione, furono firmati vari trattati con le varie tribù locali a partire dalla seconda metà degli anni 1850. I nuovi arrivati si impadronirono della maggior parte della terra confinando le comunità locali con quattro riserve (Makah, Quillayute, Hoh e Quinault), dove potevano proseguire senza essere disturbati. La tribù dei Makah conserva ancora oggi il diritto di praticare la caccia alle balene, mentre altre tribù perpetuano cerimonie all'arrivo annuale del primo salmone nei fiumi. Le autorità del parco collaborano oggi con queste tribù per preservare le ricchezze naturali e culturali legate al mondo dei pellerossa.[1][5]

Epoca moderna  Ritratto di George Vancouver, uno dei tanti esploratori che attraversarono la regione prima dell'inizio della colonizzazione europea

I primi esploratori rimanevano generalmente sulle loro barche e non si spingevano mai troppo nell'entroterra.[6] Juan de Fuca, un navigatore greco in servizio sotto la bandiera spagnola, fu il primo europeo a visitare la regione: quando esplorò la costa, scoprì nel 1592 il vicino stretto chiamato in suo omaggio, quasi due secoli dopo, da Charles William Barkley, un capitano e commerciante di pellicce. L'esploratore spagnolo Juan Pérez Hernández percorse la costa nel 1774.[7] Il capitano James Cook eseguì la medesima operazione sperando di scoprire il tanto agognato passaggio a nord-ovest nel 1778.[6] Charles Barkley lo seguì nel 1787, mentre l'anno successivo il capitano John Meares fu colui che eslporò l'area e battezzò il monte Olympus richiamando quello greco.[7] Nel 1792, George Vancouver giunse nello stretto di Puget e intravide un alto vulcano che chiamò monte Rainier, la cima più elevata della catena delle Cascate.[8][6]

A parte alcuni cacciatori che lavorano per la Compagnia della Baia di Hudson, l'interno della penisola rimase inesplorato per molto tempo, ma la regione suscitò l'interesse degli statunitensi e degli inglesi. Intorno al 1845, molti coloni americani intrapresero la pista dell'Oregon per stabilirsi nell'area di Washington (chiamata all'epoca "Oregon Country"). Gli inglesi e gli statunitensi firmarono il trattato dell'Oregon nel 1846 che stabiliva l'attuale confine tra il Canada e gli Stati Uniti nella regione. Questo confine corre appena a nord del parco presso lo stretto di Juan de Fuca. Negli anni successivi, i coloni arrivarono in numero sempre maggiore e pian piano aumentarono d'importanza località quali Seattle o Olympia.[6]

Quando arrivarono i primi europei, essi si stabilirono dapprima lungo la costa. Alcuni desideravano costruire fattorie nel terreno, ma la bonifica richiedeva un grande sforzo a causa della presenza di grandi alberi. Durante gli anni 1890, la regione affrontò il periodo della febbre dell'oro, ma questi ultimi tornarono a mani vuote o quasi, considerando le effimere percentuali di oro presenti in zona.[9][10]

Le prime importanti esplorazioni nell'entroterra avvennero solo alla fine del XIX secolo e durarono diversi mesi, mentre oggi lo stesso viaggio dura solo poche ore grazie alle infrastrutture urbane realizzate. I paesaggi scoperti durante queste esplorazioni stanno già dando ai partecipanti idee per la creazione di un parco nazionale quando Yellowstone venne istituito.[5][9]

In quegli anni prese corpo anche l'idea di proteggere le foreste locali con l'obiettivo di evitare che tutta la ricchezza naturale andasse rapidamente distrutta a causa della cattiva gestione dei tagli. Il presidente americano Grover Cleveland firmò la legge volta a istituire una riserva forestale (Olympic Forest Reserve) nel 1897.[9] Comunque sia, protezione non si applicava agli animali che abitavano le foreste e le popolazioni di alci continuarono drasticamente a decrescere. Il 2 marzo 1909, il presidente Theodore Roosevelt convertì parte della riserva forestale in un monumento nazionale nei dintorni del monte Olympus suscitando l'ira dell'industria del legname, tanto che la sua dimensione andò dimezzata negli anni a seguire.[9][11] Comunque sia, le persone che risiedevano nelle nuove aree protette si trasferirono altrove.[5]

A seguito di una visita nella regione, il presidente Franklin Delano Roosevelt sostenne la proposta di istituzione di un parco nazionale al posto del monumento nazionale il 29 giugno 1938, al fine di permettere di aumentare ulteriormente il livello di protezione dell'area e, in particolare, di proteggere meglio le mandrie di alci.[7][11] Nel 1953, una fascia costiera rimasta intatta andò aggiunta al parco nazionale e, nel 1976, la zona ottenne dall'UNESCO il titolo di riserva della biosfera prima di giungere, nel 1981 all'assunzione del titolo di patrimonio dell'umanità.[9][12] Nel 1988, la protezione del 95% del parco nazionale venne rafforzata ottenendo lo status di riserva integrale (Olympic Wilderness).[13][7]

^ a b c d e f (EN) Tribes of the Olympic Peninsula, su NPS, 15 febbraio 2018. URL consultato il 25 agosto 2021. ^ Kiver e Harris (1999), p. 82. ^ Wuerthner e Moore (2003), p. 57. ^ (EN) Tribes of the Olympic Peninsula, su NPS, 2009. URL consultato il 25 agosto 2021. ^ a b c (EN) People, su NPS, 2009. URL consultato il 25 agosto 2021. ^ a b c d Wuerthner e Moore (2003), pp. 58-59. ^ a b c d Auzias e Labourdette (2018), pp. 250-259. ^ Historical Notes: Vancouver's Voyage, in Mount Rainier Nature Notes, VII, n. 14, 1929. URL consultato il 28 giugno 2021. ^ a b c d e (EN) Russell Mussio, Vancouver Coast & Mountains BC Backroad Mapbook, Mussio Ventures Ltd., 2019, p. 67, ISBN 978-19-26-80695-2. ^ (EN) Exploration of the Olympic Peninsula, su NPS, 28 febbraio 2015. URL consultato il 25 agosto 2021. ^ a b Kiver e Harris (1999), p. 83. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore une ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore NPSManPlan
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