Carrara
Carrara (Carara in dialetto carrarese) è un comune italiano di 59 764 abitanti, dal 30 gennaio 2024 co-capoluogo di provincia, insieme al comune limitrofo di Massa, della provincia di Massa-Carrara. Il comune di Carrara è situato tra il litorale tirrenico e le Alpi Apuane, centro di rilevanza internazionale per l'estrazione, la lavorazione e il commercio del marmo, noto con il nome di marmo di Carrara.
L'emblema della città è una ruota con il motto Fortitudo mea in rota (in latino: "La mia forza è nella ruota"). Questo stemma parlante fa riferimento al nome stesso della città, nonché alle ruote dei carri che trasportavano i marmi, principale fonte di ricchezza per Carrara. Un'interpretazione alternativa sostiene che sia invece un simbolo legato al dio celtico Taranis, in genere rappresentato con il fulmine in una mano e una ruota a sei o otto raggi nell'altra; Taranis, assimilabile a Giove, era il nume tutelare delle tempeste da cui i cavatori apuani dove...Leggi tutto
Carrara (Carara in dialetto carrarese) è un comune italiano di 59 764 abitanti, dal 30 gennaio 2024 co-capoluogo di provincia, insieme al comune limitrofo di Massa, della provincia di Massa-Carrara. Il comune di Carrara è situato tra il litorale tirrenico e le Alpi Apuane, centro di rilevanza internazionale per l'estrazione, la lavorazione e il commercio del marmo, noto con il nome di marmo di Carrara.
L'emblema della città è una ruota con il motto Fortitudo mea in rota (in latino: "La mia forza è nella ruota"). Questo stemma parlante fa riferimento al nome stesso della città, nonché alle ruote dei carri che trasportavano i marmi, principale fonte di ricchezza per Carrara. Un'interpretazione alternativa sostiene che sia invece un simbolo legato al dio celtico Taranis, in genere rappresentato con il fulmine in una mano e una ruota a sei o otto raggi nell'altra; Taranis, assimilabile a Giove, era il nume tutelare delle tempeste da cui i cavatori apuani dovevano proteggersi e il cui nome potrebbe aver generato il toponimo di Torano, oggi frazione di Carrara.
Con Massa, nel periodo tra il XV ed il XIX secolo, costituì il Ducato di Massa e Carrara. Il 12 gennaio 2007 la città di Carrara è stata insignita della medaglia d'oro al merito civile per il contributo dato tra il 1943 e il 1945 alla guerra di liberazione dal nazifascismo, che vide impegnati moltissimi partigiani in questa provincia.
Durante l'età del Ferro, nel territorio circostante alla futura Carrara erano insediati i Liguri Apuani, le cui tracce più antiche risalgono al IX secolo a.C.; queste popolazioni, forgiate dall'asprezza del loro territorio, diedero filo da torcere ai Romani, che faticarono ad imporre la loro supremazia.
La città attuale di Carrara ha origine in epoca romana, dopo la conquista della Liguria avvenuta nel corso del II secolo a.C. Il toponimo si può ricondurre al latino carrāria (via), ossia "strada per i carri", così come per altri esempi simili in Toscana (come Carraia)[1].
Il borgo originario, certamente legato al processo produttivo di estrazione e lavorazione del marmo tratto dalle vicine cave delle Alpi Apuane, probabilmente ospitava anche i lavoratori che operavano nelle cave medesime.
Oltre che per le vie di terra, il marmo poteva essere agevolmente movimentato anche via mare grazie al porto di Luni, che sorgeva non lontano dalla foce del fiume Magra.
Localizzazione delle Alpi Apuane, luogo dove viveva il popolo apuanoMedioevoNel Medioevo Carrara fu prima possedimento bizantino, quindi longobardo, e infine dei vescovi di Luni, trasformandosi in una città-stato nei primi anni del XIII secolo; durante la lotta tra guelfi e ghibellini, Carrara apparteneva a quest'ultimo partito. I vescovi acquisirono di nuovo la città nel 1230; nel 1313 la città cadde sotto il dominio della Repubblica di Pisa, poi della Repubblica di Lucca e in seguito della Repubblica fiorentina; per terminare, fu acquistata da Gian Galeazzo Visconti.
Dopo la morte di Filippo Maria Visconti di Milano nel 1477, Carrara fu contesa da Tommaso Campofregoso, signore di Sarzana, e ancora dalla famiglia Malaspina, che trasferì qui la sede della signoria nella seconda metà del XVI secolo.
Dal Ducato di Massa al Risorgimento e all'AnarchiaNell'ottobre del 1472 Iacopo Malaspina comprò dalla famiglia dei Campofregoso di Genova le terre di Carrara, di cui divenne signore. Per via ereditaria lo stato carrarese venne unito con il confinante stato di Massa sotto la comune dinastia dei Malaspina prima, e dei Cybo Malspina poi. Sotto l'ultima di questi, Maria Teresa, che aveva sposato Ercole III d'Este, entrò nell'orbita del Ducato di Modena e Reggio, a cui fu restituito dopo il breve dominio napoleonico di Elisa Bonaparte Baciocchi.
Durante il processo di unificazione italiana, Carrara fu sede di una rivolta popolare guidata da Domenico Cucchiari, al centro dell'attività rivoluzionaria di Giuseppe Mazzini.
Il monumento con il titolo Cararia, nome latino di Carrara, raffigura al centro della scultura Alberto Meschi, in fraterno e fermo atteggiamento di difesa di un gruppo di cavatori, accompagnati da dei bambini e una donna che circondano il leader sindacale. Al fianchi dell'iscrizione, le conquiste migliorative dell'orario di lavoro ottenute dalla Camera del lavoro di Carrara sotto la guida di A. Meschi: cavatori ore 6/5; minatori ore 6.Alla fine del XIX secolo Carrara divenne la culla dell'anarchismo, in particolare tra i lavoratori delle cave. I cavatori, compresi gli intagliatori di pietra, avevano convinzioni radicali che li distinguevano dagli altri. L'anarchismo e il radicalismo generale entrarono a far parte del patrimonio degli intagliatori di pietra. Secondo un articolo del New York Times del 1894, molti rivoluzionari violenti che erano stati espulsi dal Belgio e dalla Svizzera andarono a Carrara nel 1885 e fondarono il primo gruppo anarchico in Italia. Anche in seguito Carrara rimase un centro dell'anarchismo in Italia, con diverse organizzazioni che trovarono apertamente appoggio in città. I lavoratori anarchici del marmo erano anche la forza trainante dell'organizzazione del lavoro nelle cave e nei capannoni. Furono anche i protagonisti della rivolta della Lunigiana nel gennaio 1894.
Dal periodo fascista e dopoguerraLa fine della prima guerra mondiale, il ritorno a casa dei reduci e l'esplosione delle proteste sociali del Biennio Rosso segnarono anche a Carrara una rapida riorganizzazione del tessuto operaio locale. A guidare il mondo sindacale carrarese era l'Unione Sindacale Italiana, presieduta da Alberto Meschi[2]. Nella primavera del 1920 la Camera del Lavoro iniziò una dura lotta sindacale per veder riconosciuto l'aumento delle paghe ai lavoratori delle cave. In aprile gli industriali firmarono un accordo che accoglieva le richieste degli operai.
Nel maggio 1921 fu fondato il Fascio di combattimento di Carrara che sin dai primi giorni di attività iniziò a compiere azioni squadristiche[2]. Guidati da Renato Ricci e sostenuti sia dall'imprenditoria marmifera che dalla borghesia cittadina, i fascisti carraresi si caratterizzarono subito per una lunga serie di omicidi e violenze ai danni di militanti socialisti, comunisti e anarchici per le tante spedizioni punitive contro sindacati e circoli in città e nelle frazioni vicine. Tra i fatti di sangue più noti vi fu il 2 giugno 1921 l'assassinio in centro a Carrara del socialista Renato Lazzeri e della madre di quest'ultimo Giselda da parte di un gruppo di squadristi fiorentini capitanati da Amerigo Dumini[2]. Altro fatto che vide protagonisti i fascisti carraresi ed il loro ras Ricci furono i fatti di Sarzana. Le violenze squadriste, tacitamente avallate dalle autorità regie, porteranno alla non solo alla rapida distruzione di tutte le istituzioni sindacali come la Camera del Lavoro, ma anche all'effettiva presa del potere sulla città da parte dei fascisti, dei ceti industriali e della borghesia compiutasi nei fatti con la vittoria del PNF alle elezioni comunali del novembre 1922[2].
Maria Teresa, Duchessa di Massa e Carrara Stemma dell'abolito comune di Apuania. Nel primo palo era recato lo stemma di Carrara.Nel 1929, i comuni di Carrara, Massa e Montignoso vennero uniti in un unico comune, denominato Apuania. Nel 1946 fu restaurata la situazione precedente[3].
La seconda guerra mondiale bloccò l'estrazione del marmo. La linea di difesa della Wehrmacht venne posta nella piana di Luni, dove venne eretta la Linea Gotica. Durante l'occupazione nazifascista la città venne liberata una prima volta dai partigiani nel novembre 1944. Il territorio carrarese, proprio perché situato nelle immediate retrovie tedesche, fu teatro di spaventosi eccidi contro la popolazione civile come quello di Bergiola Foscalina, di Avenza e di Castelpoggio. Carrara fu definitivamente liberata l'11 aprile 1945. Nel secondo dopoguerra il volume della produzione delle cave salì a 500.000 tonnellate, e la situazione economica migliorò.
Oggi Carrara rappresenta il principale centro europeo di lavorazione del marmo. Oltre ad aver affermato la propria importanza in Italia, il marmo carrarino è molto apprezzato anche in altri paesi, come in Cina, India e Brasile.
La crisi economica del 2008 ha avuto un effetto in un forte calo delle vendite da parte degli impianti di lavorazione del marmo di Carrara che sono stati fortemente esportati. Questo ha avuto un impatto sulla situazione economica degli impianti di lavorazione della pietra e dei loro posti di lavoro, anche sullo sviluppo urbano. Nelle elezioni comunali svolte nel giugno del 2017 è stato eletto come sindaco il candidato del Movimento 5 Stelle Francesco De Pasquale; questo rappresenta un avvenimento storico per la città, infatti dall'instaurazione della Repubblica fino al 2017 le elezioni comunali erano sempre state vinte da una coalizione di sinistra o centrosinistra[4]. Dal 26 giugno 2022 il sindaco di Carrara è Serena Arrighi.
Simboli«D'azzurro, alla ruota d'oro, caricata sul cerchio della scritta in nero "Fortitudo mea in rota".»
«Drappo di azzurro…»
Il gonfalone è stato concesso con l'apposito decreto del presidente della Repubblica datato al 1º agosto 1972.[5][6]
Onorificenze— 12 gennaio 2007[7]
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