Contesto di Malaga

Malaga (in spagnolo Málaga) è un comune della Spagna di 579 076 abitanti (1º gennaio 2023), situato nella comunità autonoma dell'Andalusia, nel sud della Spagna. Capoluogo dell'omonima provincia, la città costituisce la capitale culturale ed economica della Costa del Sol.

Di più Malaga

Population, Area & Driving side
  • Popolazione 586384
  • La zona 394
Cronologia
  •  Leggi romane di Malaca, oggi al Museo Loringiano La fucilazione del generale Torrijos, olio su tela di Antonio Gisbert (1887-88)

    Nonostante nella regione siano state trovate tracce di presenza umana fin dalla preistoria (dolmen a Peña de los Enamorados nel comune di Antequera, pitture rupestri a Benaoján, ceramiche a Nerja), Malaga deve le sue origini al fatto di essere stata una delle colonie fondate dai fenici di Tiro intorno al VII secolo a.C. lungo il Mediterraneo occidentale, probabilmente per le buone condizioni di approdo ai piedi del monte Gibralfaro. In epoca fenicia la città era nota come Malaka,[1] toponimo derivato probabilmente dalla parola fenicia per “sale”, perché l'industria della salatura ai fini di conservazione delle vivande era l'attività all'epoca più importante; in altre lingue semitiche la parola “sale” è מלח (melak) in ebraico e ملح (milh) in arabo.

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     Leggi romane di Malaca, oggi al Museo Loringiano La fucilazione del generale Torrijos, olio su tela di Antonio Gisbert (1887-88)

    Nonostante nella regione siano state trovate tracce di presenza umana fin dalla preistoria (dolmen a Peña de los Enamorados nel comune di Antequera, pitture rupestri a Benaoján, ceramiche a Nerja), Malaga deve le sue origini al fatto di essere stata una delle colonie fondate dai fenici di Tiro intorno al VII secolo a.C. lungo il Mediterraneo occidentale, probabilmente per le buone condizioni di approdo ai piedi del monte Gibralfaro. In epoca fenicia la città era nota come Malaka,[1] toponimo derivato probabilmente dalla parola fenicia per “sale”, perché l'industria della salatura ai fini di conservazione delle vivande era l'attività all'epoca più importante; in altre lingue semitiche la parola “sale” è מלח (melak) in ebraico e ملح (milh) in arabo.

    La città divenne poi probabilmente la colonia greca di Mainake, di cui non rimangono altre tracce se non in documenti, passando poi sotto il dominio di Cartagine[1]. Secondo il geografo Strabone, la città aveva pianta irregolare. Alcuni secoli più tardi, alla presenza cartaginese successe quella romana, in cui la città raggiunse un ragguardevole sviluppo e, sotto l'imperatore Tito, ottenne uno status privilegiato[1]; diventata città confederata, Malaga venne infatti retta da un codice speciale, la Lex Flavia Malacitana. Dell'epoca romana rimangono il teatro romano e alcune sculture conservate nel Museo Archeologico Provinciale.

    Venne poi l'invasione dei visigoti (V secolo), in cui si ebbero anche alcune incursioni bizantine. Tale epoca non ha lasciato quasi tracce. A partire dalla conquista musulmana dell'VIII secolo, fu inglobata nella regione di al-Andalus e venne ribattezzata Māllaqa (in arabo مالقة). Dopo la divisione del territorio in taifas (emirati indipendenti in lotta tra di loro), nel 1026 la città divenne la capitale della taifa sotto il controllo della dinastia berbera degli Hammudidi. Dell'epoca araba rimangono tracce nel centro storico, ma principalmente nell'Alcazaba e nel Castello di Gibralfaro. In questa epoca visse uno dei figli più illustri di Malaga: il filosofo e poeta ebreo Avicebron (Shelomoh ibn Gebirol).

    Nel corso della seconda metà del XIII secolo passò sotto il controllo della dinastia dei Nasridi, diventando parte del Sultanato di Granada. La presa della città da parte dei castigliani nel corso della Reconquista rappresentò uno dei momenti più sanguinosi della storia di Malaga. La città, cinta d'assedio da 45.000 uomini e difesa da forze tre volte inferiori, oppose una fiera resistenza per quasi sei mesi, finché fu costretta alla resa il 13 agosto 1487. Il re Fernando il Cattolico negò ai vinti una capitolazione onorevole e, ad eccezione di alcuni disertori, i 15.000 sopravvissuti della città furono condannati a morte o ridotti in schiavitù.

    La città seguì poi le sorti del Regno di Spagna, ma non trasse particolare beneficio dai commerci con le Americhe. Durante i moti del 1831 Malaga fu il teatro dell'esecuzione di José María Torrijos, liberale spagnolo in lotta contro l'assolutismo di Ferdinando VII. A ricordo del suo sacrificio è stato eretto un obelisco in Plaza de la Merced[2]. Malaga fu anche città pioniera nei tempi della rivoluzione industriale, in cui per lungo tempo contese a Barcellona la palma di città più industrializzata del paese. In quest'epoca di rapido sviluppo emersero la famiglia Larios e il politico conservatore Antonio Cánovas del Castillo.

    Durante la guerra civile spagnola, Malaga venne bombardata dai nazionalisti e dall'aviazione fascista mandata da Mussolini; l'attacco provocò una fuga massiccia verso la zona repubblicana di Almería. La città fu infine presa dai franchisti l'8 febbraio 1937. Negli anni del dopoguerra per la città iniziò una fase di espansione dovuta al crescente afflusso di turisti verso la Costa del Sol, che negli anni Sessanta assunse il ritmo di un vero e proprio boom economico ed edilizio. Ancora oggi Malaga è in fase di espansione grazie al turismo, alle attività connesse e al terziario.

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