Salvador

( Salvador (Brasile) )

Salvador è una città del Brasile, capitale dello Stato di Bahia, parte della mesoregione Metropolitana de Salvador e della microregione di Salvador.

Fondata dai portoghesi come São Salvador da Bahia de Todos os Santos, è oggi ufficialmente chiamata soltanto Salvador. Viene chiamata dai suoi abitanti anche solamente Bahia, dicitura, quest'ultima, che è stata poi utilizzata per dare il nome all'intero Stato di cui Salvador è la capitale. Spesso, fuori dal Brasile, viene chiamata anche Salvador da Bahia. Salvador è la quarta città più popolosa del Brasile, dopo San Paolo, Rio de Janeiro e Brasilia, e la maggiore della regione del Nordeste.

 Acquerello di artista anonimo risalente all'inizio del XVIII secolo che rappresenta la città vista dal forte di Barbalho.

Fondata nel 1549 a ridosso della Baía de Todos-os-Santos (in italiano "Baia di tutti i santi"). Infatti, dopo l'approdo di Pedro Álvares Cabral, il 1º novembre 1501 Amerigo Vespucci approdò sul sito dell'attuale Salvador, chiamandola "baia di tutti i santi", dal nome della chiesa fiorentina della sua famiglia (San Salvatore in Ognissanti) e della festività di Tutti i Santi, celebrata nel giorno della scoperta. 48 anni dopo Salvador venne fondata e fu la prima capitale brasiliana e il primo porto coloniale, secondo al mondo per la tratta degli schiavi, dove furono sbarcati 1.500.000 africani in catene destinati alle piantagioni. L'ammiraglio olandese Piet Hein tenne in pugno e saccheggiò la città nel 1624, fino a quando fu liberata dalla flotta spagnola-portoghese diventando un vero fortino della resistenza contro gli olandesi.

Salvador rimase capitale fino al 1763, quando venne sostituita da Rio de Janeiro.

La città divenne una base per il movimento d'indipendenza e fu attaccata dai portoghesi nel 1812; rimase sotto assedio fino a quando l'indipendenza del Brasile venne ottenuta.

  Bene protetto dall'UNESCOCentro storico di Salvador de Bahia  Patrimonio dell'umanità  TipoCulturali Criterio(iv) (vi) PericoloNon in pericolo Riconosciuto dal1985 Scheda UNESCO(EN) Historic Centre of Salvador de Bahia
(FR) Scheda Salvador nel XX secolo

Salvador attraversò una fase di stagnazione durante i primi quattro decenni del XX secolo. Il suo limitato sviluppo economico fu dovuto alle industrie del cacao e al commercio con le regioni del Recôncavo baiano. Nonostante Salvador fosse stata ancora nel 1890 la seconda città del Brasile per popolazione e la quarta in ordine di tempo a dotarsi di una rete telefonica, nel 1940 venne superata per numero di abitanti da San Paolo e Recife. In quei cinquanta anni la popolazione ebbe un aumento modesto, intorno all'1% annuo. Solo un numero limitato di industrie venne aperto dopo il 1920, giacché in quel periodo si affermò con forza la supremazia economica delle regioni del Sud-est e del Sud. Salvador rimase il più importante snodo commerciale della regione, ma poche attività imprenditoriali nuove vi vennero intraprese finché, sul finire degli anni quaranta, si ebbe un notevole sviluppo ad opera della Petrobras. Nel 1939 un'agenzia petrolifera governativa rilevò la presenza di petrolio nell'area bahiana. Di lì a poco, con il pozzo Lobato, si ebbe l'avvio dell'attività estrattiva e nel 1941 vi erano quattro pozzi attivi che producevano 230 barili al giorno.

I censimenti del 1940 e del 1950 rivelano un declino nel numero delle persone impiegate nell'industria a Salvador: nel 1940 vi erano 10 832 occupati (3,7%) nell'industria e 9 716 occupati nel settore commerciale; nel 1950, queste cifre erano di 13 682 (3,3%) e 14 279 (3,4%). La popolazione totale di Salvador ammontava a 290 443 persone nel 1940, mentre nel 1950 contava 417 235 abitanti.

La città rimase pressoché immutata dal punto di vista demografico tra il 1920 e il 1940. La crescita sostanziale avutasi tra il 1940 e il 1950 fu per il 57% determinata da immigrazione interna dalle aree dell'entroterra. Analogamente l'aumento avutosi tra il 1950 e il 1960 è attribuibile per il 64% a immigrazione interna. La gran parte di coloro che si spostarono a Salvador provenivano infatti da aree rurali situate in prossimità della città.

 Interno della Cattedrale di Salvador.

A loro volta Salvador e la sua regione tra il 1940 e il 1960 furono caratterizzate da fenomeni di emigrazione verso gli Stati più ricchi e dinamici del Sud-est e del Sud. Nel decennio 1940-50 l'emigrazione superò le 100.000 unità, superando addirittura quota 600 000 (l'11,4% della popolazione totale dello Stato) nel decennio 1950-60. Un fattore esplicativo di tali flussi è da rintracciare nel completamento della Rodovia BR-116 (Rio-Bahia) avutosi nel 1949. Convogli di autocarri iniziarono a compiere viaggi dal Nord-est alle regioni meridionali del Brasile, recando lavoratori da impiegare nell'edilizia e nell'industria. L'avvio della coltivazione intensiva della canna da zucchero nel Nord-est aveva determinato la smobilitazione di una numerosa massa di lavoratori agricoli.

 Farol da Barra, situato all'estremità della Ponta de Santo Antônio. La costruzione attuale, inserita all'interno del Forte di Santo Antonio da Barra, risale al 1839.

Il porto e i mercati di Salvador rimasero peraltro centri economici di rilievo nella regione. La Compagnia di Navigazione Costiera operava sulla rotta tra Salvador e Rio. Il tabacco e il cacao del Recôncavo Baiano passavano per il porto di Salvador. Fabbriche di sigari erano attive a São Félix e Maragogipe e la fabbrica Aliança (risalente al 1892) a Santo Amaro lavorava la canna da zucchero. Le società commerciali britanniche Stevenson e Duder avevano sedi a Salvador ed erano impegnate principalmente nell'esportazione di cacao. La Duder disponeva inoltre di una moderna flotta per la caccia alla balena e di un impianto per la lavorazione dell'olio di balena a Salvador. La Duder & Brother venne creata nel 1900, la F. Stevenson & Co. Ltda nel 1895 e la società svizzera Hugo Kaufman & Cia. nel 1908. Tutte queste società erano operanti nella esportazione di cacao. Vi erano anche grandi produttori locali di cacao, quali Correa Ribeiro e Barreto de Araújo, che prosperarono negli anni precedenti alla crisi del 1929. L'importante mulino della Moinho da Bahia S/A venne edificato nel 1923. Un'indagine del 1924 affermava che vi erano inoltre 24 impianti per la lavorazione dello zucchero nello Stato di Bahia, che producevano un totale di 30.000 tonnellate metriche l'anno. In quello stesso periodo il grande complesso industriale Aliança di Santo Amaro iniziò a produrre alcool per uso industriale, grazie anche ai sussidi federali. La Companhia de Bebidas Leão do Norte iniziò a produrre il vino da tavola Jurubeba Leão do Norte negli anni venti.

Pierre Verger scrisse che, nel 1946, la quasi totalità del trasporto era ancora svolto via mare, vista l'assenza di vie di comunicazione di terra adeguate. La rodovia Feira de Santana era poco più che una striscia di terra battuta, utilizzata per condurre il bestiame destinato al macello municipale di Retiro (costruito nel 1912), alla periferia di Salvador.

Fino al 1929, Salvador disponeva di due distinti sistemi di linee tranviarie: quelle del Municipio nella Città Bassa e la linea circolare di Eduardo Guinle nella Città Alta. Nel maggio del 1929 esse furono unificate sotto l'egida del conglomerato statunitense Electric Bond and Share Company, che diede luogo alla Companhia Linha Circular. La sussidiaria della Electric Bond and Share, la American and Foreign Power Company, aveva già ottenuto, nel 1927, la concessione per fornire energia elettrica a dieci stati del Brasile, compreso quello di Bahia.

Nel 1930 si verificarono proteste contro la compagnia a causa della mediocre qualità del servizio tranviario e delle alte tariffe applicate. Tali proteste culminarono nell'incendio di circa 60 vetture. Nei venti anni seguenti si sarebbero verificati ancora, in maniera intermittente, proteste riguardanti i trasporti pubblici. Solamente nel 1955 la municipalità di Salvador iniziò a gestire il sistema del trasporto tranviario sostituendosi alla Electric Bond and Share Company. Nel 1959 il sistema tranviario nella Città Bassa venne infine rimpiazzato da uno filoviario con mezzi di fabbricazione Fiat. Vennero inoltre eliminati i tram nelle aree commerciali in espansione della Città Alta nel 1960. Con l'ondata di nazionalizzazioni promosse dal governo Goulart nel 1964 la presenza americana nei trasporti pubblici, nonché nei settori energetici e delle telecomunicazioni, sarebbe cessata.

L'Elevador Lacerda fu oggetto di restauro, acquistando la sua attuale conformazione in stile Art Déco. Fu inoltre potenziato, con la sostituzione delle due vecchie cabine con quattro di esse, in grado di trasportare ciascuna 27 persone. La nuova struttura fu inaugurata il 1º gennaio del 1930. Erano inoltre in funzione (fino al 1959) le cabine dell'elevador do Taboão, che trasportavano lavoratori nelle aree commerciali del centro della città. Si svilupparono in quello stesso periodo nuove zone commerciali, come quella situata nella Baixa dos Sapateiros e quella nell'Avenida Sete de Setembro. Anche alcune fabbriche di beni di consumo furono stabilite dopo gli anni venti: la Chandler, che produceva cioccolato, a Monte Serrat; l'impianto per la produzione di olio vegetale SANBRA, sorto a Lobato negli anni quaranta; le manifatture di sigari Souza Cruz e Leite e Alves, presenti a Monte Serrat e Bomfim; infine la torrefazione Café América a Pirajá. Intorno al 1960 sei impianti industriali erano operanti nella lavorazione del cacao nello Stato, di cui quattro situati a Salvador. Nel medesimo periodo fece il suo ingresso a Salvador la grande distribuzione, con i grandi magazzini della Mesbla e della Sloper. Il primo supermercato (Paes Mendonça) era stato aperto nel 1958.

Fotografie di:
Dejesus - CC BY-SA 3.0
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